TURBIGO – Il Covid-19 ha portato via un altro collega (pensionato Enel) e amico da sempre. L’avevamo appena incontrato una domenica mattina mentre eravamo intenti a fare quattro passi attorno alla grande centrale termoelettrica. Avevamo imboccato il Vicolo Fontanile ed era apparso sorridente ad una finestra del primo piano:
– “Ciao Leo, come stai?”
– “Sono ancora vivo….Questo tratturo di campagna è diventato un’autostrada. Ci venivo da bambino a giocare con mio cugino che abitava là in fondo…”
– “E sì – risponde Gianpaolo – un tempo ci passava solo il Clemente con il carretto. Aveva la fattoria in fondo al vicolo bombardata durante l’ultima guerra”.
– “Quanti anni hai? – mi chiede – 74, io ne ho dieci in più!”
– “Cerchiamo di resistere”. “Sì, ciao”.
Molto tempo prima, sapendo della nostra passione per la storia locale, ci aveva inondato di vecchie fotografie, come quella che pubblichiamo, gentilmente donate, ed entrate a far parte del nostro archivio che dobbiamo cominciare a pensare a chi lasciare dopo di noi. Era una persona buona e generosa che questo male ineffabile ci ha portato via. Come tanti. Come troppi.
Condoglianze alla famiglia.
FOTO Bottini Gianpaolo (a destra) porta la statua del San Vincenzo Ferreri in una processione per il compatrono turbighese di tanto tempo fa