I nostri paesi sono già citati prima del Mille in alcune pergamene. Per quanto riguarda Castano sono cinque le pergamene finora rintracciate dagli studiosi, ma il documento più importante è quello del 974:
I – 712, 2 aprile. Donazione di Liutprando, re dei Longobardi, a favore del monastero di S. Pietro in Ciel d’Oro di Pavia da cui Castano dipendeva.
II – 880, 26 agosto. Pavia. Donazione di Ottone, conte del Seprio, di legge longobarda, a favore del monastero di San Pietro in Ciel d’Oro. Si discorre di sedimi vari: “Et omnibus rebus illis iuris mei qui sunt positi in loco et fundo Castane
III – 966, 10 gennaio. Castano. Si tratta della vendita (atto sottoscritto nella piazza di Sesto Calende) fatta da una certa “Teveta de loco Casteno” di beni posti in Meina: “Halisus filius bonae memoriae Petri de Vico Capronno et Teveta filia Petroni de loco Castano” cedono al prete “Urso presbyter filio Ledenari de vico Caelli” di beni posti in loco Madina.
IV – 974, 3 febbraio. Castano. Placito di Walterio, messo e giudice di Ottone II, relativo ad una permuta di beni situati in Castano, tra Giovanni – abate di S. Pietro in Ciel d’Oro – e Leoni arciprete. Quest’ultimo cedeva all’abate, tra l’altro, due cascine, campi e vigne “positis tam infra castro Casteno, quamque et foris eodem castro in eodem loco et fundo Casteno”. Si cita l’esistenza di un castello (castro), come nella pergamena successiva.
Documento importante nel quale sono nominate le vie per Buscate (Bristiga) e per Bienate (Blannasca), la chiesa di San Zenone, quella di San Pietro e S. Cipriano. Non solo, il documento riporta alcuni toponimi di fondi castanesi: Calvazello, Calasca, Colovra, Erbario, Lavagio, Mara, Novella, Paginaco, Pradello, Rovori, Vinea, Vicana, nome quest’ultimo che riporta all’età romana di cui la famiglia castanese “Teveta” era un campione. Tra i proprietari castanesi dell’epoca si ritrova anche il Monastero di S. Ambrogio, unitamente alla chiesa di S. Vito in Nosate, probabilmente già scomparsa al tempo del Liber (XIII secolo).
V – 980, marzo. Castano. Permuta di beni situati in Castano tra il vescovo di Novara Aupaldo e certo Ambrogio del fu Ambrogio di Castano, alla presenza di Ingone del fu Uberto di Belcredo, discendente da Manfredo conte di Milano.