TURBIGO – I primi dati certi sulla popolazione turbighese risalgono alla metà del XVI secolo quando lo Stato di Milano entrò nell’orbita spagnola. Fu stilato un elenco con nomi malamente leggibili (i cognomi non avevano ancora preso piede) di coloro che abitavano in paese e che fecero una sorta di giuramento al nuovo monarca. Il documento cinquecentesco, che qui pubblichiamo, rinvenuto all’Archivio di Stato di Milano, Censo, Parte Antica, c.13a, elenca il numero dei fuochi(famiglie) pari a circa 150-200 abitanti. E’ da questi ‘brazanti’ (braccianti) che lavoravano la terra dei nobili Piatti che inizia la storia moderna turbighese.
Nel Settecento il paese contava 700 abitanti ed era composto da due nuclei principali separati tra di loro da un tratto di campagna costellato da piante di gelsi: il ‘Turbigo Superiore’ (Turbigh in su) comprendeva l’area del Castello del principe Doria con la parrocchiale; il ‘Turbigo Inferiore’ (Turbigh in giò) posto sulla riva sinistra del Naviglio Grande faceva perno sul convento e la chiesa degli Agostiniani Scalzi. In un secolo, dal 1700 al 1799 ci furono 680 matrimoni, 2541 morti (25 all’anno), 2773 nascite. Fu un secolo in cui si faceva fatica a riempire lo stomaco!
L’aumento della popolazione nel corso dell’Ottocento fu sensibile. Il Censimento al 31 dicembre 1881 registra ancora il paese diviso in due parti pressoché uguali;: ‘Turbigo superiore’ aveva 797 abitanti mentre in ‘Turbigo inferiore’ 1036. Nonostante la forte emigrazione, un grande incremento si ebbe nel primo decennio del Novecento tant’è che il Censimento del 1921 registra una popolazione di 3643 abitanti. Durante il Ventennio la popolazione continuò a crescere secondo la seguente progressione che indica come il paese fosse ormai lanciato verso l’industrializzazione, prima di tutti i paesi del cicondario: 1932 (3887); 1933 (3904); 1934 (3905); 1935 (4014); 1936 (4007); 1937 (4060); 1938 (4136); 1939 (4202); 1940 (4258); 1941 (4270); 1942 (4280); 1943 (4327); 1944 (4350); 1945 (4392); 1946 (4399). Al tempo nascevano mediamente 60 bambini all’anno, mentre i morti erano una quarantina. (2)
Nel secondo dopoguerra la crescita della popolazione residente continuò nonostante una parte importante della abitazioni non avesse acqua potabile in casa e la ‘turca’ fosse il luogo comune per tutti gli abitanti del cortile dove si svolgeva anche buona parte della vita sociale. Sono anni in cui il ‘miracolo economico’ fa crescere ancora la densità della popolazione e si costruiscono nuove abitazioni: 1951 (4686); 1961 (5695); 1971 (6691); 1981 (7239) con una natalità di circa 70-80 bambini all’anno e una mortalità più o meno dello stesso numero. Da allora la popolazione non è più aumentata significativamente anche perchè è avvenuta una sorta di deindustrializzazione del paese (concerie, maglierie, officine).
Il XXI secolo registra l’arrivo di cittadini extracomunitari (nel 2002 gli iscritti all’Anagrafe erano 302, ma poi cresceranno fino a superare il 10% della popolazione). All’inizio del nuovo secolo i nati e i morti hanno lo stesso numero (59). La popolazione arriverà ad un totale di 7487 al 31 dicembre 2005, ma poi inzizierà la decrescita. Al 31 dicembre 2020 i turbighesi sono poco più di settemila (7043).
FOTO Il primo documento in cui si elencano gli abitanti del ‘Comuno de Turbigo’ in plebe Dairago. Fu rinvenuto all’Archivio di Stato di Milano, Censo, Parte Antica, c.13a e risale al 1537 circa.
NOTE
1 – Ministero di Agricoltura, Industra e Commerico, Censimento della popolazione del Regno d’Italia al 31 dicembre 1881, Roma,vol. I, p. 193
2 – Archivio Storico Civico, cartella 20 – anno 1946. Cat. XII, Statistiche, classe 3, fascicolo 1, Anni 1932-1946. Bollettini prospetti movimento popolazione