Nella Giornata Internazionale dell’Infermiere il Corso di Laurea in Infermieristica coglie l’occasione per celebrare il malato e rivolgergli un sentito “grazie” per essersi affidato alle cure in un momento di attuale ed estrema incertezza per il futuro, per aver condiviso con l’Infermiere paure e timori, consegnandosi in alcuni casi anche fino all’ultimo respiro. Grazie per aver permesso all’Infermiere di farsi portavoce con i familiari.
“Oggi il nostro grazie è per loro, donne e uomini che stanno affrontando la dura prova dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 con impegno, professionalità ed anche coraggio. Consapevoli della rilevanza del loro ruolo nei nostri ospedali, nei servizi sul territorio e a domicilio – dice Ida Ramponi, direttore generale dell’Asst Rhodense – Un sentito grazie a ciascuno di loro perché ogni infermiere della nostra azienda, prodigandosi nella cura del malato, nonostante le difficoltà, ha contribuito a scrivere l’ennesima pagina di buona sanità”.
“Mai come in questi ultimi due anni la giornata dell’Infermiere – dice Anne Destrebecq, professore ordinario di Scienze Infermieristiche e Presidente del Corso di Laurea – non è solo celebrativa ma ricca di significato umano, di relazione, di contatto, di occhi che si incrociano, di parole non dette”.
“Come Florence Nightingale con la sua immagine simbolo del lume, notoriamente la lampada, si aggirava in un ricovero di guerra alla ricerca di esseri umani feriti, bisognosi di assistenza che elargiva amorevolmente al suo benefico passaggio, così oggi – aggiunge Annalisa Alberti, direttrice didattica – quella luce negli occhi degli Infermieri, deve essere un gesto in assonanza con altri esempi di amorevoli cure, come simbolo comunicativo della quotidianità del tempo”.