CASTANO-PADREGNANO. Ancora prima del Mille Castano era possedimento di una importante istituzione ecclesiastica denominata ‘Mensa Arcivescovile’ e ancora nel primo Ottocento i contadini castanesi pagavano malvolentieri le decime al Vescovo. Difatti, nel 1785 ci furono dei tumulti su un nuovo metodo che si voleva introdurre nella riscossione della decima. I contadini non volevano più pagare la quindicesima parte del frumento, segale, miglio, melica e la ventesima parte dell’uva e dopo vent’anni di tira e molla si arrivò, in luogo della prestazione in natura, che la decima fosse pagata in denaro. Ragion per cui il granaio della Mensa Arcivescovile che serviva al ricovero delle derrate – presente nel centro storico – fu venduto nel 1807 a Gaetano Falchigioni, quindi passò ai Vitaloni e poi in parte a Giuseppe Rogorini e Luigi Orlandi.
Recentemente abbiamo rinvenuto una pergamena – che pubblichiamo qui di seguito – in cui si parla della proprietà della Mensa posta attorno alla chiesa di S. Maurizio, un Oratorio privato, non più esistente, che era posto al confine Sud del territorio castanese, al limite con Cuggiono, come ancora oggi indica la toponomastica Al santo Maurizio. Diversamente la località In Silvago, citata nella pergamena non siamo stati riusciti a localizzarla.
1511, 2 dicembre. Milano Cancelleria Arcivescovile. Confessione di Tommaso de Gallarate, canonico della chiesa di S. Ambrogio Maggiore di Milano “conductor censum et novalium” della Mensa Arcivescovile di Milano, di aver ricevuto da Antonio de Littis fu Antonio, di Milano,
Porta Ticinese, parrocchia di S. Eufemia, lire 5 imperiali in moneta milanese corrente a pieno saldo “censum et novalium” dei due anni che termineranno a S. Ambrogio successivo di 1000 pertiche di brughiera e di bosco nel territorio diParagnano (Padregnano) e di Castano nella località dette “ad Sanctum Mauritium” e “in Silvago”, dei quali il detto Antonio era stato investito per lire 3 imperiali all’anno dall’allora arcivescovo di Milano (Giovanni Arcimboldi), in data 1486 dicembre 15, venerdì V, notaio fu Guidone Bossius, già cancelliere della Curia Arcivescovile di Milano. Notaio Francesco Petrasancta di Lorenzo, notaio di Milano, Porta Ticinese, parrocchia Di S. Lorenzo Maggiore e notaio della Curia Arcivescovile.
Pubblicata in “Le pergamene Belgioioso della Biblioteca Trivulziana di Milano (sec. XII-XVIII) a cura di Paolo Margaroli, vol. I, pag. 255, “Pergamene diverse”, 700 “Instrumentum confessionis cart. 303. n. 52).
FOTO Interno dell’antico fabbricato della Mensa Arcivescovile al numero 81 di Piazza Mazzini. Si vede ancora il granaio fatto costruire nel 1680 del quale pubblichiamo il disegno originario