Famiglie intere a festeggiare la fine del Ramadan.
Nel parcheggio del cimitero, lo spazio assegnato dal Comune di Magenta. Oltre trecento persone per un momento di preghiera che, nel mondo islamico, è sentitissimo. “Segna la fine di un mese particolarmente duro, fatto di digiuno, astinenza e preghiere”, ha spiegato Munib Ashfaq. Tutto si è svolto secondo le disposizioni anti covid. Numerosi i ragazzi impegnati nel servizio di volontariato a controllare il rispetto delle distanze e il corretto uso della mascherina. All’ingresso misurazione della temperatura per tutti coloro che accedevano all’area.
“Un ringraziamento alla Prefettura che ci ha autorizzati e al Comune che ci ha concesso lo spazio”, aggiunge Munib. Poco prima delle 10 tutti i tappeti erano stati ritirati.
È la prima volta che si svolge la festa di fine Ramadan in uno spazio pubblico.
L’anno scorso l’associazione Moschea Abu Bakar aveva preferito, vista la situazione di allarme mondiale per la pandemia, evitare di presentare richieste. Quest’anno tutto si è svolto in sicurezza. Ora però l’associazione Moschea Abu Bakar guarda avanti e punta ad avere uno spazio permanente.
Una Moschea in modo da poter pregare regolarmente e svolgere le ricorrenze (due per il mondo islamico, il Ramadan e il Sacrificio) senza dover richiedere ogni volta un’area.
“Vorrei salutare con grande affetto anche il parroco di Magenta don Giuseppe – ha detto Ayub Akhter, presidente dell’associazione Abu Bakar –nostro grande amico che non ha mai mancato la sua presenza. Ci auguriamo possa guarire presto”. Nelle case dei musulmani che da anni vivono nel nostro territorio oggi sarà giorno di grande pranzi.
Alcune ragazze di origini egiziane che vivono a Marcallo con Casone spiegano che la loro tradizione prevede per oggi piatti a base di pesce. Qualcuno sui social ha esposto perplessità per la concessione di uno spazio davanti al cimitero. In realtà, come era stato sottolineato, l’uso del termine festa per la fine del Ramadan vale fino ad un certo punto.
Questa mattina si trattava di una preghiera collettiva e farla davanti al cimitero non era certo irriverente. Anzi. Ci troviamo di fronte a famiglie che vivono con grande fede la loro religione e pensiamo sia corretto assegnare uno spazio permanente affinché possano continuare a farlo.