Laura, nome di fantasia di una donna di 54 anni che vive in un comune del castanese, è una delle tante vittime del covid. Non per la salute, sia ben chiaro. Ma è una vittima anche lei perché per colpa della pandemia ha perso il lavoro e oggi è a reddito zero con ben poche possibilità di intravedere la luce in fondo al tunnel. Non c’è vaccino che tenga per una situazione di questo genere. Serve che la politica trovi delle soluzioni e al più presto. Quando la contattiamo sta usando l’aspirapolvere per le faccende domestiche. “Avrò mandato mille domande e curriculum – ci dice – ma non ho avuto alcun riscontro. A 54 anni non ti prendono perché preferiscono i ragazzini. L’esperienza non conta niente”. Laura faceva la tassista. Un lavoro impegnativo che le piaceva tanto. Lavorava alla Malpensa e anche nella città di Milano. Poi sappiamo cos’è successo. A distanza di oltre un anno a Milano il lavoro è ancora ai minimi termini. “E non parliamo della Malpensa – aggiunge – al momento non se ne parla proprio. Ho dovuto chiudere partita iva, inps e inail perché non potevo permettermi di pagare. Ho dovuto cessare la mia attività e dallo Stato ho avuto ben poco. Seicento euro e due volte mille euro, più o meno quello che hanno ricevuto tutti o quasi”. Per vivere Laura ha dovuto chiedere un prestito, ma questo le vale come reddito e quindi le è stato negato il reddito di cittadinanza. Una situazione terribile. “Ora lavoro per un paio di ore al giorno – conclude – una coppia anziana. Lei è a letto perché appena operata. Ma quando si ristabilirà dovrò lasciare anche questo. È terribile rimanere senza nulla. Riprenderei in mano il mio lavoro da tassista anche domani, se vi fossero le condizioni”.