Svolta nella vicenda che vede contrapposti il comune di Castano Primo all’associazione culturale islamica Madni.
Il TAR ha accolto il ricorso di questi ultimi annullando il provvedimento del mese di ottobre dello scorso anno del Comune di Castano Primo che viene condannato altresì al pagamento delle spese di lite liquidate in quattromila euro. Riprende così vita l’originario permesso di costruire. L’associazione, il cui scopo è quello di mantenere vivi i rapporti tra persone e famiglie di origine islamica e praticare il culto all’interno di uno spazio predisposto, ottenne nel 2016 il permesso di costruire un centro culturale.
Tecnicamente si trattava di opere di ampliamento e cambio di destinazione d’uso (da residenza a servizi alla persona) di un immobile di proprietà in via Friuli a Castano Primo. Dopo avere richiesto il permesso di costruire cominciarono i lavori, ma il Comune manifestò dei dubbi sulla destinazione dell’immobile e, nel 2017, adottava il provvedimento di annullamento in autotutela. Il Comune accertò che il permesso di costruire venne rilasciato in assenza di un piano per le attrezzature religiose. Emersero dei problemi anche per la situazione viabilistica dell’area e relativi parcheggi che non avrebbero garantito la sicurezza in una zona residenziale.
Tale provvedimento venne annullato dal Tar chiarendo che l’assenza di un piano per le attrezzature religiose, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che si era espressa sulla legge regionale cosiddetta anti moschea, non può essere di impedimento alla realizzazione della struttura. La battaglia legale continua e il Comune di Castano Primo procede, nel 2020, con un secondo annullamento in autotutela nella convinzione che esistano ancora enormi criticità. Mentre l’associazione Madni, tramite il proprio avvocato Emanuele Corli, è ricorsa nuovamente al Tar. Secondo ricorso e due a zero per l’associazione islamica grazie ai giudici amministrativi e relativo esborso di denaro pubblico. Spetterà all’associazione Madni comunicare al Comune la nuova data di inizio lavori.
Una vicenda, quella di Castano Primo, che ricorda da vicino quanto accade a Magenta. I Comuni che resistono, spendono soldi pubblici uscendo irrimediabilmente sconfitti da costose cause legali. Ci chiediamo per quale motivo. Non basterebbe usare il buon senso, spendere meno soldi e arrivare ad una soluzione che vada bene per tutti? A volte usare il buon senso è molto ma molto più difficile che spendere soldi a vanvera.