Abbiamo letto le 270 pagine del libro di Renzi e notato che il fondatore di ‘Italia Viva’ ha scritto due volte (pagg. 245-246) la seguente frase: “Sono a un’età della mia vita e del mio impegno politico in cui posso permettermi di dire la verità“. Sarà vero? Di certo esprime giudizi su tutti, con nomi e cognomi, e punta l’indice su Casalino, l’addetto stampa di Conte, che sembrerebbe essere stato una sorta di Rasputin dell’imperatore.
Maturità classica 60/60, laurea in giurisprudenza (in memoria di Falcone e Borsellino e non di Di Pietro e Borrelli) per Renzi la cultura è al centro di tutto e fu sconvolto quando il 14 maggio 2020 Conte disse “che avrebbe dedicato un fondo da cinquanta milioni alla cultura perché non possiamo dimenticare gli artisti che ci fanno tanto divertire”.
Questa visione della cultura – a detta di Renzi – “intesa come passatempo gioioso in cui ci si diverte non avendo niente da fare è la più grande ferita che si può fare all’anima di una comunità”. La parabola politica di Renzi non si è appiattita, ma abbiamo l’impressione che tenda verso l’alto. Il suo libro ha già superato le diecimila copie e insieme a quello di Palamara-Sallusti (Il Sistema) sono i saggi più venduti dell’estate.