Spesso al nord si sprecano i luoghi comuni sulla sanità nel meridione dove le strutture sarebbero tutte di scarso livello. Vero che ci sono tanti problemi, ma la testimonianza di Katia Gagliardi, maestra d’della scuola primaria Aldo Moro di Corbetta, residente a Santo Stefano Ticino in provincia di Milano, trasmette speranza. A volte non è così. Ci sono anche strutture all’avanguardia dove lavorano medici ed infermieri di primo livello, sia dal punto di vista professionale che da quello umano. La donna, in questi giorni, si trova a Castel Volturno, in provincia di Caserta, per un periodo di vacanza. La scorsa settimana è caduta accidentalmente riportando la frattura dell’omero. Immediatamente dopo è cominciato il calvario.
“L’ambulanza che era stata inviata a soccorrermi è stata dirottata per un’emergenza ben più grave che, inevitabilmente, aveva la priorità – racconta – E, purtroppo, non c’erano altri mezzi a disposizione. Ho aspettato oltre due ore con dolori lancinanti”. Katia è stata trasferita alla Clinica Pineta Grande Hospital di Castel Volturno, diretta dal dottor Vincenzo Schiavone. Katia non lo sapeva, ma ha scoperto trattarsi di un vero polo di eccellenza che ha fatto crollare i luoghi comuni che, nel nord, fanno pensare ad un meridione con strutture di pessima qualità. In quella clinica, invece, il personale riserva da sempre un’attenzione particolare al paziente in tutti i suoi aspetti. “Sono stata presa in carico da persone stupende – continua – vorrei ringraziare l’equipe di Ortopedia e Traumatologia diretta dal dottor Domenico Falco. E il medico che mi ha operata, il dottor Mario Mercede. Eccellente chirurgo ortopedico che mi ha asciugato le lacrime con la sua mano quando sono entrata in barella in pronto soccorso e che, con il suo sorriso, mi ha sempre rassicurata dandomi forza e conforto prima dell’anestesia totale. Mentre piangevo mi ha appoggiato la mano sulla spalla dicendomi che tutto sarebbe andato bene” Ora comincerà una lunga riabilitazione al nord, spesso criticato, ma dove i mezzi ci sono.
“Penso a quando ho composto la canzone per i medici del Fornaroli di Magenta impegnati a salvare vite dal covid – conclude – in quelle parole ho rivisto tutto quello che ho passato. Un ringraziamento speciale a mio papà e a tutti i parenti che non hanno mai smesso di sostenermi a distanza visto che le disposizioni anti covid non permettono ancora le visite”.