Anche la salma di Mian Aman Ullah verrà rimpatriata in Pakistan. Aveva solo 47 anni e abitava a Corbetta, cittadinanza anche italiana, ma non c’è possibilità di essere seppelliti secondo le regole islamiche. E così sarà la comunità islamica a sostenere le spese di viaggio e rimpatrio. Mian è morto martedì scorso, colpito da arresto cardiaco improvviso mentre si stava recando al lavoro.
Era a Mesero, in via Enrico Mattei, quando lo hanno trovato privo di conoscenza. I soccorsi sono intervenuti subito e lo hanno portato con la massima urgenza a Legnano dove i medici ne hanno constatato il decesso. Sabato pomeriggio noi de LA NUOVA ITALIA abbiamo partecipato alla cerimonia funebre alla camera mortuaria dell’ospedale di Legnano.
Erano tanti gli amici di Mian (anche lui membro dell’Associazione Abu Bakar) che vivono nella zona da anni e lo hanno voluto salutare per l’ultima volta. “Per noi è l’ennesima triste storia di un fratello che ci lascia in giovane età – ha commentato Munib Ashfaq, segretario del movimento LA NUOVA ITALIA– ci siamo fatti carico di raccogliere i fondi per consentire il rimpatrio e la comunità ha risposto manifestando grande solidarietà. Continueremo la nostra battaglia per avere la possibilità di seppellire i credenti di religione islamica nel luogo dove sono cresciuti. È un nostro diritto e andremo avanti per vedercelo riconoscere”.