Era il 12 giugno del 2005 e un piccolo bimbo moriva, per cause naturali, dopo soltanto 25 giorni di vita.
Una disgrazia che colpiva i suoi genitori di origini Pakistane che vivevano a Turbigo. Quel bimbo è stato sepolto nello stesso cimitero di Turbigo e a visitarlo sono i membri della comunità islamica locale che hanno segnalato a noi de LA NUOVA ITALIA un fatto increscioso e vergognoso. Non abbiamo parole per descriverlo e ci siamo voluti recare sul posto per vedere di persona.
I membri dell’associazione culturale islamica di Turbigo con il suo presidente Naved Zaid e con Khalid Mahmood e Mohammah hanno notato, poche settimane fa, che dietro la tomba di quello sfortunato bimbo c’era un cartello che invitava a non scaricare materiali e due bei cassoni porta rifiuti a lato.
Accanto al bimbo ci sono altre tombe allineate. “Abbiamo immediatamente segnalato tutto al Comune – spiegano i membri dell’associazione islamica – ma, ad oggi, il cartello è rimasto in quel posto. Noi, per pietà, lo abbiamo girato in modo che non si veda quella scritta che consideriamo di una volgarità assoluta quando posta dietro una tomba”. Non diciamo certo che sia stato fatto apposta. Diciamo semplicemente che, con un minimo di buon senso, si sarebbe evitato questo problema. Del resto a nessuno piacerebbe avere un cartello di divieto di scarico rifiuti dietro la tomba di un proprio caro. “Protocolleremo una lettera al Comune invitandolo a rimuovere immediatamente quel cartello e i due bidoni – ha commentato Munib Ashfaq de LA NUOVA ITALIA – è semplicemente vergognoso dover vedere certe cose. I genitori di quel piccino oggi non vivono più in Italia, ma vengono sempre a trovare il loro figliolo che oggi sarebbe un ragazzo 16 anni. Ringraziamo i membri dell’associazione culturale islamica di Turbigo che ci hanno segnalato il fatto e interverremo per porvi rimedio”.