OLTRONA DI S. MAMETTE (COMO). Venerdì 24 settembre 2021 è stata presentata una microstoria che riguarda una terra abitata da almeno tremila anni…
I Celti – Così l’incipit dell’autore, Giuseppe Leoni, che ha ricordato il ritrovamento dell’abitato dell’età del Ferro avvenuto qualche tempo fa sulle rive del torrente Antiga. Il riferimento è alla cultura di Golasecca, la quale caratterizzò il primo millennio a.C. durante il quale Como divenne uno dei maggiori centri abitati dell’Italia Settentrionale, insieme a Golasecca (Melpum). Nello scavo di Oltrona, avvenuto al colle del Zerbo di sopra (nei pressi del Garden Luisin)furono rinvenuti ampi tratti di pavimentazione a ciottoli di fiume, tracce di mura a secco di edifici, oltre a frammenti di vasi, ciotole, bicchieri e una sella di macina per granaglie, oltre ad altre suppellettili tra cui una fusarola in argilla cruda, uno strumento per la filatura e la tessitura, già allora in voga in quello che diventerà il Distretto italiano più importante nel campo.
I Romani – A documentare la successiva dominazione romana, datata al 196 a.C., è il ritrovamento avvenuto nl 1957 di una tomba alla ‘cappuccina’ in località La Rossa (Via Giamminola, angolo Via Ferrario) contenente ceramiche e vasetti vitrei. Altri ritrovamenti avvennero nel 1971
Altri punti toccati dallo studioso:
Anno 962 – Cartula di Adeltruda. La comunità di Oltrona – che apparteneva al contado del Seprio 884-1287- appare per la prima volta nella storia poco prima del Mille. Si tratta di un atto notarile di compravendita dove compare il nome di Oltrona (Altrona). Vengono citati prati, frutteti, boschi e si parla anche di un “…concelibis locis” ad indicare una sorta di assemblea dei capi famiglia di un villaggio dove l’agricoltura era già ben organizzata.
1160: fortilizio sul colle di S. Mamette. Nel 1160 abbiamo notizia certa relativa alla presenza di un fortilizio sul colle di San Mamette, un punto strategico che fu per diverso tempo uno dei principali baluardi del sistema difensivo prealpino, parte di quel filo ottico realizzato con torri di avvistamento collegate tra di loro. Tale linea fortificata (limes) fu realizzata nel tardo Impero quando rotto il limes transalpino, portato il centro di comando dell’Impero a Milano, fu realizzata una linea mobile di avvistamento-sbarramento, dotandola di posti fortificati.
1147-1751. La signoria abbaziale. ‘Chiesa imperiale’ e ‘Chiesa papale’ – I primi secoli (V-XI) di diffusione del cristianesimo nelle campagne, si concludevano male: le chiese crollavano e i proventi ecclesiastici, creati dai carolingi per dar forza di sussistere alle chiese, erano in mano alle potenti famiglie milanesi. Era il tempo della ‘chiesa imperiale’ durante il quale i Vescovi erano a servizio del potere feudale. Sarebbe dovuta arrivare la Dictatus papae del 1075 di Gregorio VII, una riforma con la quale il Papa impose il celibato e ordinò che i Vescovi venissero nominati dal Papa, per annientare tutti gli altri poteri che condizionavano la ‘religiosità popolare’ edificando così quella Chiesa che sarebbe arrivata sino a noi. In tale clima di rinnovamento fiorì la ‘regola’ benedettina dell’Ora et Labora con l’intento di mettere argine al malcostume esistente, ma fu l’insediamento dei monaci nei territori (a tredici a tredici, secondo il numero degli apostoli) a cambiare il modo di coltivare la terra e di organizzare il lavoro, con l’istituzione di grange che sarebbero diventate in seguito cascine (Bulgarograsso). Scelte di qualità quelle dei monaci: chiunque abbia visitato un antico monastero, normalmente collocato in altura come a Grandate, non avrà potuto fare a meno di notare la bellezza del posto…
LA SIGNORIA ABBAZIALE DEI MONACI BENEDETTINI DI S. SIMPLICIANO (1147-1751) Risulta che la proprietà di buona parte del territorio di Oltrona appartenesse al monastero di S. Simpliciano (l’abbazia milanese è posta sulla strada per Como) sin dal 1178 il quale possedeva anche quasi tutto il territorio di Lurate Caccivio dove aveva sede l’abate insignito del titolo di conte. E vi rimase per diversi secoli, nonostante i fittavoli si fossero più volte ribellati ai monaci. Anche perché il territorio a piè del monte era ricco di vigneti che producevano il vino per i conventi e, in seguito, centro di allevamento dei bachi da seta per via delle numerose piantagioni di gelso. L’abate fu il ‘padrone’ per secoli di possessi che si estendevano – oltre a Lurate – anche a Caccivio, Oltrona, Bulgarograsso, Maccio e Civello. La vita nell’abitato trascorse tranquilla sino al 1651 quando un gruppo di contadini fomentati dai nobili locali delle famiglie Castiglioni e Pozzo di Appiano, diede inizio ad una rivolta, ma fu solamente alla fine del Seicento che il feudo di Oltrona fu frazionato e venduto. Fu così anticipato quel processo di secolarizzazione (laicizzazione) che portò alla soppressione degli enti religiosi e all’incameramento dei beni poi messi in vendita e acquisiti da nobili e dalla nascente borghesia, mentre i terreni vennero concessi in affitto ai contadini.
Il santuario di San Mamette (XI secolo). La data di fondazione del primo sacello, sul culmine della collina, è di circa mille anni fa. Fu allora che accanto ai ruderi del torrione (1160) i Benedettini innalzarono una cappelletta con le tombe dei monaci, circondata da un piccolo cimitero per la popolazione. S. Mamette era originario della Cappadocia dove addomesticò un leone, nutrendolo e curandolo. Quando lo gettarono nell’arena il leone lo riconobbe e si accucciò ai suoi piedi.
La chiesa parrocchiale di San Giovanni decollato. Le prime notizie risalgono alla fine del Cinquecento. Poche parole per una piccola cappella dedicata a Santa Maria presente al centro al paese che sarebbe diventata l’attuale parrocchiale nel 1633. La chiesa venne ampliata nel Settecento quando venne munita di un campanile, data che compare su un blocco di granito murato all’esterno.
La popolazione. Uno studio sulla manifattura rurale nel Cinquecento, basato sullo ‘Stato delle Anime’ ci informa che Oltrona aveva una popolazione di 139 abitanti. Vi dimoravano:11 massari, 6 pisonanti, 1 brazante. 1 sartore, 1 molinaro, 1 dipendente domestico maschio. Nel 1771 gli abitanti erano raddoppiati (266), cinquant’anni dopo nel 1805, sarebbero diventati 323: nel 1859 quando entrò a far parte del Regno di Sardegna erano 475 abitanti. Oggi sono 2500
Lo storico: Il conte Gian Domenico Oltrona Visconti (1920-2000). Chi scrive ha avuto l’onore di conoscere ‘un uomo cortese’ che, in alcune interviste, da storico qual era, ci aveva raccontato la storia dei suoi avi, la cui radice profonda era proprio ad Oltrona S. Mamette:“ Gli Oltrona hanno nel nome il sigillo della loro storia, in quanto provengono da Oltrona S. Mamette dov’erano proprietari della Lurasca in tempi molto antichi. Il secondo cognome, ‘Visconti’, è stato aggiunto in quanto un Oltrona sposò nel 1679 una Maddalena Visconti di Somma Lombardo, ultima di un ramo gallaratese dei Visconti. Cinquant’anni di studi e di ricerca storica, segretario della ‘Società Storica Lombarda’ e presidente della Biblioteca Comunale di Lonate Pozzolo – che oggi porta il suo nome.
FOTO La fusarola celtica rinvenuta a Zerbo di sopra