Il libro è una galoppante carrellata sulla vita politica (e non solo) di Mariapia. Come spiega lei stessa “forse serve lasciare traccia perché alcune piccole storie possono incoraggiare anche altri a coltivare le proprie passioni”. Per di più che, – come diceva Cesare Romiti – “dal basso in alto della scala sociale l’esempio è la più alta forma di autorità”.
Si legge con piacere e non ci sono toni autocelebrativi ma la consapevolezza dell’esempio che può dare (alle giovani generazioni che sognano un mondo migliore) la narrazione (forse già storia) di vita vissuta, non scevra di difficoltà e incomprensioni oltre che dei preponderanti successi. Successi (forse meglio chiamarli impegni) ampiamente meritati e altrettanto ampiamente onorati. Perché Mariapia è anche giornalista e scrittrice, avendo pubblicato numerosi testi: Salute bene comune; Riforma plurale o controriforma; La sanità italiana negli anni 90; Una stagione di cambiamento; Una scelta politica per la vita; Cara amica ti scrivo. Lettere e politica. Pur non essendo un romanzo, la narrazione coinvolge per la ricchezza dei contenuti e la varietà delle esperienze. Ma ciò che emerge chiaramente è l’affabilità di Mariapia con la quale ci si sente sempre in sintonia, a proprio agio, un invito alla pacatezza (e all’amicizia) alla razionalità e alla riflessione. Naturalmente per gli amici più stretti, in particolare quelli della Base e della DC, c’è una rivisitazione di esperienze comuni. Di impegni, di partecipazione, di traguardi … e soprattutto di uomini, personaggi, circostanze e accadimenti. Ci mette del suo con la consueta competenza – vorrei dire eleganza – e precisione Maria Chiara Mattesini – ormai storica eminenza quando si parla della Base – ad inquadrare gli avvenimenti principali nel momento contingente, dove autobiografia e biografia si alternano, trovando un equilibrio tra il particolare ed il generale. Ricostruendo la presenza dei cattolici in politica, la storia della sinistra di Base nella Democrazia cristiana fino al suo esaurimento nel 1992 con l’inizio di una “transizione infinita” (De Rosa). Walter Veltroni firma la prefazione evidenziando che le pagine” ripercorrono una esperienza fatta di passione politica, di servizio delle istituzioni, di impegno nel volontariato, di profonda fede. Ho apprezzato stando vicino a lei la sua capacità di trasmettere serenità”. Serenità che deriva da un equilibrio interiore e che non si può dare se non si ha. In chiusura del libro la galleria dei personaggi (tutti di grande spessore e notorietà) che hanno intersecato il suo percorso politico e umano e dalle cui esperienze ha tratto conferma, approvazione e vigore per il suo multiforme operato. Un catalogo di grandi esempi, di glorie patrie. Tappe fondamentali Dal 1979 al 1994 deputato,, dal 1988 sottosegretario alla Sanità .Nel 1993-1994 ministro della Sanità. Nel 1995-1998 commissario straordinario Croce Rossa Italiana; dal 1998 al 2002 presidente della Croce Rossa Italiana. Dal 1997 al 2004 vice presidente Croce Rossa Internazionale-Mezzaluna Rossa; dal 2003 al 2007 vicesindaco Roma: dal 2008 al 2013 senatore. Mariapia nasce a Cuggiono, frequenta le scuole superiori all’istituto Barbara Melzi delle Canossiane a Legnano, si laurea alla Cattolica in Lettere Moderne con il massimo dei voti, quindi insegna al liceo scientifico a Legnano e Magenta. Probabilmente questa esperienza le faciliterà l’applicazione di un metodo espressivo didascalico, raziocinante, ricco di correlazioni che fa parte della bellezza della sua oratoria piana ma intensa. A Cuggiono con il prof Luigi Venegoni, sindaco per 15, anni diventa consigliere e assessore (anni dal 1975 al 1979). “Dopo qualche tempo mi iscrissi alla Base, pardon alla DC” racconta con un lapsus freudiano, che sintetizza bene la forma mentis dei basisti. Incontra naturalmente Marcora, nel contempo sindaco della vicina Inveruno, (“con lui ho imparato la buona politica”) fondatore della Base e protagonista della Resistenza come vicecomandante del Raggruppamento Alfredo Di Dio, aderente alla FIVL (Federazione Italiani Volontari della Libertà) di Cadorna, Mattei, Taviani.. Diventa delegata femminile provinciale dal 75 all’80 e nella sede DC di via Nirone incontra Maria Luisa Cassanomagnago, Paola Colombo Svevo (cui succede come delegata) e la quasi coetanea Patrizia Toia costituendo un gruppo affiatato ed agguerrito di donne. Marcora ha avuto fiducia nelle donne e solo la Base di Milano è riuscita a creare una cordata al femminile grazie al sostegno della corrente: infatti nel 1979 viene eletta con successo deputato nel collegio Milano Pavia (la lista è di 80 nomi) dopo una metodica e organizzata campagna elettorale. “Mi ero sentita inadeguata a tanto onore ed ero emozionatissima non perché ero diventata onorevole ma perché entravo nel tempio della democrazia, conquistata da molti uomini e molte donne che appartenevano alla mia piccola storia personale: i partigiani, le donne della DC, i sacerdoti che avevano accompagnato la Resistenza, i professorini di quella Università Cattolica dove anch’io mi ero laureata”. Entra nella Commissione Sanità e come membro supplente nella Commissione Giustizia. Membro dell’Unione Interparlamentare e presidente della sezione Italia Argentina dove collabora con Gilberto Bonalumi, esperto di politica dell’America Latina e presidente mondiale dei giovani democristiani. Diventa sottosegretaria alla Sanita nell’aprile del 1988 fino al 1992 e Ministro della Sanità nell’aprile del 1993 su designazione del presidente incaricato Carlo Azeglio Ciampi (che aveva scelto in base ai suoi convincimenti le persone competenti per singole materie, senza farsi raccomandare le nomine dai partiti). “Mi sono occupata dei servizi sanitari che riguardano la popolazione particolarmente fragile e ho notato che gli anziani si trovano nella stessa condizione dei poveri: sono la cartina di tornasole per capire quanto noi abbiamo stima delle persone che non lavorano più. Tra i fragili ci sono anche i tossicodipendenti per cui la mia esperienza in Mondo X con Padre Eligio mi consentiva di essere sicura nell’argomentare sulla complessità del fenomeno “. Già da membro della Commissione Sanità si dedica con slancio allo studio delle problematiche specifiche, riuscendo addirittura ad impedire allora Ministro dell’Agricoltura(Marcora), di trasferire la veterinaria al suo ministero perché la salute animale è indispensabile per la salute alimentare dei cittadini. In seguito col ministro De Lorenzo ottiene la delega alla Crocce Rossa italiana. Aveva già ha avuto modo di conoscerne i problemi quando viene fu nominata commissaria dal 1995 al 1998 e poi presidente dal 1998 al 2002.Contemporanemante diventa vice presidente della Federazione Internazionale della Croce Rossa Internazionale e della Mezzaluna Rossa dal1997 al 2004.Grande amore, grande onore, tanti dispiaceri, esperienza indimenticabile. “Il 24 giugno 2003 Francesco Rutelli mi comunica la proposta di nomina a vicesindaco nella giunta di Walter Veltroni. Con Veltroni ho vissuto una esperienza davvero memorabile. Sono stati cinque anni straordinari, terminati quando Veltroni si è dimesso per fare il segretario del neonato PD)”. Dal 2008 al 2013 diventa senatore della Repubblica, eletta nel collegio del Veneto per il Partito Democratico, membro della Commissione Istruzione Università Ricerca e della Commissione Speciale per i diritti umani. Una esperienza agrodolce è stata quella della presidenza dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI).” Nel luglio 2016 fui invitata a gestire, organizzare e rilanciare l’Ospedale. Ma il 13 giugno 2017 ad un anno dall’inizio, la Segreteria di Stato Vaticana mi recapita una lettera inspiegabile e sgarbata con la quale venivo in modo perentorio e senza motivazione revocata dall’incarico (e il modo ancor m’offende!)”. Oltre a molte gratificanti esperienze si sono aggiunte diverse onorificenze.: “Umberto Veronesi, da ministro della Sanità (2000- 2001) mi conferì la medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica. Mi inorgoglisce quella di Cavaliere di Gran Croce, la più alta al merito della Repubblica, conferitami dal presidente Scalfaro”. Il percorso si conclude con la menzione dei personaggi più importanti incontrati nella sua carriera, da Emilio Alessandrini (il coraggio) a Tina Anselmi (maestra di politica) ad Achille Ardigò (innovatore) a Padre Eligio (drogati ma non solo) ai due Gianni (Rivera e Goria) a Nilde Iotti (signora del Parlamento) a Giovanni Marcora (mio maestro), Maria Eletta Martini (figlia d’arte), suor Teresilla, Silvius Magnago e Alexander Langer. Un capitolo a parte è dedicato ai (i miei) Presidenti. “Sandro Pertini l’ho conosciuto quando durante una visita negli Usa a un mio cugino Paul Berra senatore del Missouri fummo ricevuti alla Casa Bianca dal presidente Carter. Con Oscar Luigi Scalfaro gli scambi erano improntati alle comuni radici sia di cattolici impegnati che di politici laicamente dediti alle nostre funzioni di rappresentanza; un compagno di partito con cui scambiare riflessioni. Giorgio Napolitano. che da non più parlamentare non potei votare, ha dimostrato una collaborazione proficua per tutti i problemi della Croce Rossa. Sergio Mattarella è stato collega alla Camera in diverse legislature”. “Al termine degli impegni istituzionali mi sono dedicata al partito e alla comunicazione; il mio “otium” è ricchissimo di impegni. Dal 1991 presiedo l’Istituto per l’analisi dello Stato Sociale (IASS); presiedo lo storico centro culturale religioso laicale Angelicum di Milano. Vice presidente dell’Angelicum era Gianni Rivera. Siamo rimasti amici fraterni dal tempo di Telefono Amico fondato da Padre Eligio Gelmini, il famoso cappellano del Milan e ho frequentato anche l’altro Gelmini, don Pierino, fondatore della comunità Incontro, prima che diventasse punto di riferimento dei politici di destra”. In questo pellegrinaggio storico ideale non posso sottacere i luoghi: dalla natia Cuggiono alla vicina Inveruno alla Cascina Paradiso al Padregnano di Robecchetto con Induno, buen retiro della famiglia, luogo dei miei incontri politici con gli amici della Base, fino a Illasi (Verona) dove vivo con la mia famiglia e dal 2017 sono consigliere comunale. Partita come consigliere comunale a Cuggiono nel 1975 ritorno alle origini della mia carriera con lo stesso impegno e la stessa disponibilità. Che circuito la vita!”. Una vita che pur conoscendo da vicino Mariapia non immaginavo cosi varia, cosi piena, cosi incredibilmente ricca, impegnata, gratificante a volte difficile ma sempre esaltante. Tanti complimenti per il libro ma soprattutto al suo autore!
Gianni Mainini