TURBIGO – Oggi, 13 ottobre 2021, nel ritorno dal Cimitero, incontriamo casualmente Luciano Orlandi (già sindaco di Turbigo dal 1985-1988) sul sagrato della chiesa parrocchiale mentre stava entrando nella sua proprietà (acquistata dai Barengo), consistente nell’ala ovest del castello medievale, eretto dai Torriani nel XIII secolo. Memore degli antichi trascorsi ci invita ad entrare per visionare i ‘lavori in corso’. La parte interessata è quella che Carlo Bonomi aveva rivisitato e rimodellato all’inizio del Novecento. L’ex Sindaco intende ritornare nel suo paese d’origine (attualmente abita a Robecchetto) e quello che sta curando è un ‘dono’ che intende lasciare alla comunità turbighese: “E’ qui venivo a giocare da bambino…”.
IL PRIMO PORTONE. Dal primo portone salendo si raggiunge la torre restaurata (nella foto) di fino con malte speciali che non lasciano il segno e rinforzata con dei contrafforti, a corollario della quale c’è quello che nelle carte antiche è indicato come ‘Giardino delle donne’. Per i soffitti e i tetti di porticati e locali vari, distribuiti in più parti della proprietà, sono state indicate dalla Soprintendenza le travi da tenere (rovere) e quelle da sostituire. Tutti rifatti sotto l’egida della Soprintendenza che ha controllato anche sotto i pavimenti (2 metri) per verificare l’esistenza di eventuali vestigia del tempo che fu. Dal primo portone si entra in un cortile interno dal quale, attraverso una scala, si accede ad una serie di stanze al primo piano (un vero e proprio appartamento) che prospettano verso il sagrato della chiesa.
DAL SECONDO PORTONE munito da uno spioncino ottocentesco si entra nel cortile d’onore attraverso un muraglione sul quale sono murati gli stemmi araldici delle famiglie nobili che si sono succedute nel tempo (Piatti, Landi). Di fronte si trova il quadriportico colonnato dal quale, lateralmente a sx, si accedeva alle stanze nobili impossibili da visitare perché in parte franate. A dx, sotto il quadriportico, si entra in una parte ancora abitata adiacente alla proprietà Orlandi. Dal cortile d’onore, attraverso una strettoia sulla sx si arriva a quello che fu un ponte levatoio (portante sopra uno stemma affrescato), dal quale si accede al parco vastissimo… Una meraviglia! La strada acciottolata, proveniente dalla Via XXV aprile, sale tra piantoni enormi lasciati liberi di crescere in libertà…
La visita è finita. Chi scrive è nato a Turbigo nel 1947 e non era mai entrato nel parco del Castello (diversamente da Orlandi che ci veniva a giocare), perché è collocato nel ‘Turbigh in su’, mentre il parco di competenza dei ragazzi d’In Giò era quello del palazzo De Cristoforis, allora privato, dove c’era un giardiniere che gridava sempre e correva dietro ai ragazzi per farli scappare fuori. Bei tempi!
FOTO Uno spioncino antesignano delle telecamere e un grosso catenaccio