L’Associazione Islamica Moschea Abu Bakar di Magenta non si arrende. Per voce dei suoi legali, avvocato Luca Bauccio e avvocato Aldo Russo, presenta un corposo, articolato e documentato ricorso al Consiglio di Stato chiedendo in via cautelare la sospensione della sentenza appellata, in via istruttoria di verificare l’effettiva situazione degli spazi cimiteriali e, in via definitiva, di annullare o riformare la sentenza del Tar della Lombardia. L’intento è quello di ottenere, all’interno del cimitero di Magenta, uno spazio dove possano essere sepolti i fedeli di religione musulmana ribaltando la sentenza del Tar. “È una questione di civiltà – spiega Ayub Akhter, presidente dell’associazione Abu Bakar – Perché parliamo di diritti Costituzionali garantiti a cittadini che vivono in Italia da anni e che hanno il diritto di finire la loro vita seguendo le regole di una religione nella quale hanno sempre creduto”.
La questione era tornata alla ribalta dopo il decesso di un uomo di origini pakistane e di fede musulmana che da anni viveva e lavorava a Magenta e che è stato sepolto nello spazio riservato agli islamici a Varese.
A Magenta non è stato possibile perché quello spazio non è presente. Nel ricorso gli avvocati precisano che non è una questione di spazio di una certa metratura. Se il Comune avesse concesso uno spazio inferiore ai 600 mq previsti, non si sarebbe ravvisato alcun illecito. Alla base di tutto ci sono piuttosto le garanzie costituzionali in tema di libertà di religione e diritti umani inviolabili e riguarda esigenze altrettanto urgenti e insopprimibili di quella parte della cittadinanza magentina di religione musulmana, che ha diritto, come comunità, a fruire di quegli spazi. “Durante un servizio di Francesco Maria Bienati in Pakistan – continua Akhter – abbiamo visto che anche nel nostro paese di origine esistono cimiteri destinati a fedeli di altre religione, come quella cristiana”.
Esistono delle inevitabili criticità nell’affrontare e risolvere il problema. Cosa che “conferma come sia dovere del Comune affrontare queste criticità in un’ottica di equo contemperamento degli interessi di quella che è un’esigenza diretta espressione di libertà costituzionali, al contrario di quanto fatto sin qui, accantonando del tutto con questo escamotage qualsiasi soluzione, anche temporanea o provvisoria”. Parliamo di numeri.
Quanti sono i decessi ai quali far fronte ogni anno? Sarebbe il caso di parlare di fedeli musulmani e non genericamente di stranieri. Nel 2019, a fronte di un numero di decessi pari a 259, corrispondenti al 1,06% della popolazione residente in Magenta, applicando il medesimo parametro percentuale alla quota di popolazione di fede musulmana, pari a 1.454, si aveva un numero di decessi pari a 15.
Parlando di stranieri il numero scende a due. Lo spazio all’interno del Comune di Magenta, secondo tali necessità, si ridurrebbe a 363 mq circa, “potendosi così egualmente soddisfare l’eventuale convivenza in un medesimo chiostro, ad esempio, di sepolture per defunti di fede musulmana e del giardino delle rimembranze, citato dal Comune come elemento di cui intende dotare il cimitero in ossequio alla normativa”.