LA STRADA DEL PORTO SUL TICINO A TURBIGO. Una delle più antiche – anche perché strategica – era quella denominata Strada del Porto sulla quale transitava la strada consolare romana Comum-Novaria. Un tratto di questa importante via turbighese pubblica (ancorché non denominato) è ancora visibile con inizio dalla ditta Carif, (foto) la quale prosegue costeggiando in parte la roggia Molinara (foto) per arrivare ad affacciarsi al Molino del Pericolo, dove nei tempi antichi c’era un porto sul Ticino che nei secoli ha cambiato più volte posizione seguendo le bizze del fiume. In questi giorni uomini di buona volontà stanno cercando di rendere ancora percorribile l’antico tratturo, liberandolo dalle piante che stavano cancellando le solcature che i carretti avevano creato sul fondo stradale nei secoli. Ma sono diverse le strade bianche, ancorché pubbliche, alcune delle quali sono diventate ‘private’ e inaccessibili e altre ‘dimenticate’. Ne elenchiamo qualcuna:
LA STRADA DELL’ANTICO MOLINO DI TINELLA. Tempo fa l’antica strada comunale di Tinella che conduceva a Vanzaghello e Magnago venne distrutta dall’Enel ma alcuni cultori di storia locale, guidati da Ambrogio Milani l’hanno in parte riscoperta. A Vanzaghello c’è ancora oggi la “Via dei Mulini” che conduceva a Tinella, anche perché tali mulini macinavano il grano anche per i paesi posti a sud dell’Olona. Su questa strada, che passava accanto al Campo della Promessa, nei pressi della cascina Grasca (oggi Calderona) c’è una lapide (1771) che ricorda un pastore ucciso da un fulmine. La Strada Provinciale che da Nosate porta a Lonate, dopo l’allevamento dei Cavalli, sulla sinistra andando, indica ancora l’abbrivio dove proseguiva l’antica strada scendendo in valle per giungere allo scomparso Molino di Tinella demolito all’inizio del Novecento per far posto al canale Industriale.
IL SENTIERO DEGLI ASTRONOMI. Il Parco Lombardo della Valle del Ticino, una decina di anni fa, ha tracciato Il sentiero degli astronomi che inizia a Somma Lombardo, presso la chiesa di S. Stefano (località Mezzana), per discendere nella campagna fino a Lonate Pozzolo ed arrivare infine a Nosate, presso il campanile della chiesa parrocchiale di San Guniforte. L’itinerario, così dice da didascalia, ripercorre ‘idealmente’ il cammino che fecero gli astronomi dell’Osservatorio di Brera nel 1788, quando arrivarono nei nostri paesi per avviare la misurazione della Lombardia al fine di realizzare la prima carta topografica. Le vestigia di quest’impresa sono ancora presenti nel nostro territorio e sono costituiti da due basi geodetiche. La prima in territorio di Somma Lombardo, la seconda in territorio di Nosate. Quest’ultima, sarebbe facilmente raggiungibile dall’antica strada dei mulini di Tinella (località confinante con Nosate, Lonate e Castano che documenta un antico paese andato perduto) se non fosse stata chiusa per ragioni imperscrutabili. Difatti, tale strada, ben documentata nelle carte ottocentesche, delimitava a nord il confine della provincia di Milano con quella di Varese e passava accanto all’esistente allevamento di cavalli. Le tracce sono ancora evidenti, anche perché l’antico tratturo, superata l’attuale provinciale che porta a Malpensa, proseguiva lungo la valle. Oggi, invece, l’antica strada è ‘stoppata’ da una cabina dell’Enel poco prima di arrivare alla provinciale e dirimpetto alla quale c’è uno spiazzo che raccoglie detriti di cantieri edili, in una zona di grande pregio storico.
Quindi, non essendoci più lo sbocco sulla Provinciale dell’antica strada dei mulino di Tinella, per andare a visitare le vestigia dell’antica base geodetica di Nosate, bisogna chiedere ai proprietari della cava adiacente una sorta di ‘diritto di passaggio’. Si tratta di un reperto storico d’importanza eccezionale che sarebbe facilmente accessibile dalla provinciale anche dalle scolaresche (non ci sono più di 500 metri) se la strada non fosse stata chiusa. Inoltre, accanto alla base geodetica di Nosate, c’è l’antica (1933) Rosa dei Venti costruita a servizio dei piloti in addestramento al Campo della Promessa. Abbiamo informato le autorità locali, ma niente si è mosso sotto il sole, quindi per ripristinare il millenario tratturo, lo segnalammo al Parco, anche perché il ‘Sentiero degli Astronomi’ potrebbe ricalcare veramente quella che erano le antiche strade di comunicazione tra i nostri paesi e non individuare un percorso spurio (chiamato retoricamente ‘ideale’), come dicono le note illustrative della cartina geografica posta accanto al campanile della chiesa parrocchiale di Nosate.
LA STRADA PER PAVIA. La rete delle strade bianche che si dipana dal rondò del ‘Gigante’ di Castano Primo e si inoltra nell’altipiano asciutto coltivato a mais dei territori di Castano, Robecchetto e Malvaglio, ha tracce evidenti di quella che fu la centuriazione romana. Lo documentano gli antichi toponimi che parlano più volte di ‘quadra’. Tale antico tratturo rettilineo (venendo da Turbigo l, la prima strada bianca a destra) che sbuca davanti al ‘Gigante’, detta ancora ‘Strada per Pavia’ nell’Ottocento, interseca la ‘Traversagnetta’ (accompagnata oggi da un secondario del canale Villoresi) nel territorio di Robecchetto, la quale – proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Buscate – si dirige sempre, con tratto rettilineo, alla chiesa di San Vittore al cimitero di Robecchetto.