Riceviamo e Pubblichiamo
Trovo questa opera davvero sensazionale, così come trovo sensazionale l’idea di esporla in questo luogo, luogo che mi ha peraltro visto vivere i miei primi passi di medico e di psichiatra una trentina di anni fa.
Perché quest’opera è sensazionale? Premetto ciò che mi ha colpito in “OPEN YOUR MIND” è ovviamente influenzato da ciò che sono e da ciò che faccio.
Certamente molti dei presenti hanno sentito parlare dei NEURONI SPECCHIO, una particolare classe di cellule nel nostro cervello la cui funzione riflette la capacità tipicamente umana di immedesimarsi nel proprio simile, ovvero di provare quello che sente l’altro prossimo a noi.
Grazie all’attività dei Neuroni Specchio, il genere umano è dotato di una caratteristica unica, l’empatia. L’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependo, in questo modo, emozioni e pensieri. E’ l’abilità di vedere il mondo come lo vedono gli altri, essere non giudicanti, comprendere i sentimenti altrui mantenendoli però distinti dai propri.
Questi specchi nella nostra mente ci permettono di rispecchiare l’altro, fino a leggerne e comprenderne i bisogni, per poi promuovere atteggiamenti ed azioni che avviano la relazione di aiuto.
Perché è sensazionale che “OPEN YOUR MIND” sia esposta in un luogo come questo, uno dei nostri ospedali? L’ospedale – e tutti coloro che lo abitano e vivono – non può che rinviare all’importanza del “mettersi nei panni dell’altro”, alla capacità di cogliere nell’altro anche la sofferenza più intensa e rispondere ad essa con empatia, senza il benché minimo giudizio.
Le professioni in ambito sanitario sono caratterizzate, più di altre, da un costante coinvolgimento interpersonale e da un contatto con la sofferenza umana. Per noi, la partecipazione emotiva è inevitabile. È esperienza comune che l’empatia manifestata da chi cura che aumenta la adesione e la fiducia del paziente alla terapia, migliora la prognosi di malattia e la qualità di vita della persona in cura.
Molto si è detto circa il fatto che l’evoluzione scientifica rischia allontanare la medicina dal paziente, col rischio di tornare ad un approccio medico centrato esclusivamente sulla malattia; la grande suggestione della “testa e degli specchi in essa contenuti” nell’opera di Russo ci propone di recuperare e mantenere sempre l’attenzione sulla prospettiva umanistica, sulla persona portatrice di sofferenza e sulla sua cura il cui incipit più naturale è proprio l’empatia.
Dr. Giorgio Bianconi
Direttore UOC Psichiatria Legnano
ASST Ovest Milanese