TURBIGO – Antonio Bonomi (1906-1985) sposò Baga Alessandrina Giulia (Drina) e non ebbe figli. Morì nel 1985 per collasso cardiocircolatorio. I ‘poli’ della sua vita furono, in gioventù, ‘La Selvaggia’ di Carlo Bonomi dove imparò i rudimenti della sua arte e, in seguito, in Via Milano, 1 (nella foto in evidenza), dove lavorò per cinquant’anni come pittore, scultore intarsiatore. Ma non si chiuse nel suo ‘splendido isolamento’. Aveva la frequentazione quotidiana del ‘Ciuin’ di Via Allea dove coltivava le sue amicizie: Giannino Gualdoni, unico figlio maschio del cavalier Luigi (proprietario di cave) il quale morì in un incidente motociclistico il 18 maggio 1932 percorrendo la strada verso Galliate e, per ricordarne la memoria, il padre fece una larga donazione per l’ampliamento della Colonia. Antonio Bonomi era amico anche di Griffanti, il portiere dell’Unione Sportiva Turbighese, che aveva conosciuto attraverso la sorella Giacomina. Amante della montagna e sciatore provetto, Antonio si era costruito da solo gli sci con i quali scorrazzava sulle montagne innevate. L’album di famiglia, che le nipoti conservano, documenta questa grande passione.
Il mensile Lombardia Notte, nel maggio 1977, gli dedicò la copertina con le note che seguono:
“A 17 anni cominciò a dipingere alla scuola di suo zio, Carlo Bonomi, pittore e scultore. Lavorò alla costruzione de ‘La Selvaggia’ l’eremo che lo zio Carlo Bonomi progetto e realizzò a sua immagine e somiglianza. Gli capitò anche di posare come modello per le sue sculture. Imparò l’arte e dopo sei anni lasciò l’atelier del grande scultore per mettersi in proprio e cominciò a lavorare nello studio di Via Milano, 1. Qui di notte, il suo estro artistico trovava l’atmosfera adatta per dipingere quelle opere che adornano tante case turbighesi.
Nel 1976 Antonio Bonomi ricevette il primo premio del concorso nazionale d’arte ‘L’Orbita’ di Novara e tanti altri riconoscimenti in quegli anni tra cui ‘La scarpina d’Oro’ di Vigevano con il quadro ‘Serenità’, opera in cui compare un vecchio tranquillo, che ha vissuto in pace con sé stesso”
FOTO IN EVIDENZA:1 – La sua abitazione in Via Milano, 1 ; 2 – Antonio Bonomi riceva la ‘Scarpina d’Oro’ da Maria Giovanna Elmi; 3 – Artista poliedrico sapeva trarre dalle ‘castagne matte’ delle vere opere d’arte
Un RICORDO DI ANTONIO BONOMI lo aveva scritto Angelo Paratico su ‘Ticino mese’ del gennaio 1986