Uno studio di Nadia Covini pubblicato a stampa in ‘Archivio storico lombardo’, s. XII, CXXVIII/8 (2002), pp. 63-155 e distribuito in formato digitale da ‘Reti Medievali’ racconta come i Piatti fossero ben inseriti nella corte sforzesca durante il Quattrocento. Occupavano posti importanti e avevano vastissime proprietà in particolare mulini (tra cui quello del ‘Pericolo’ a Turbigo) dai quali traevano grandi profitti.
Lo studio parla anche della genealogia incredibile dei Piatti, una casata ben consapevole delle proprie origini comunali e del proprio ruolo eminente nella società milanese, ma nel contempo capace di stabilire un’ambiziosa derivazione culturale della loro stirpe, una sorta di manifesto filosofico del loro impegno civile. Appellandosi all’omofonia dei nomi alcuni dei Piatti si compiacquero di derivare i geni dei propri antenati addirittura dal filosofo Platone e così lo scultore Giovanni Antonio di Simone Piatti scolpì un monumento del filosofo ateniese e lo collocò nell’edificio dove abitava, nella parrocchia di S. Giorgio al Palazzo, presso Porta Ticinese.
Lo documenta anche Paolo Morigia, storico milanese (1525-1604) nella sua opera Dell’antichità e nobiltà della famiglia Piatti (Milano, 1595) sottolineando il fatto che lo stemma della casa Piatti raffigura nel cimiero Platone con un breve tra le mani dietro la cui testa erano incise le parola Plato Philosophus, lo stesso stemma che compare sul frontone del camino esistente nel palazzo Piatti de Cristoforis di Turbigo che qui pubblichiamo.
FOTO Lo stemma che compare sul frontone del camino esistente negli uffici dei Servizi Sociali’ del Comune di Turbigo