riceviamo e pubblichiamo
La Città metropolitana di Milano nel 2019 ha redatto e adottato il proprio Piano cave e, come previsto dalla legge regionale n. 14/1998, ha provveduto a trasmetterlo alla Regione Lombardia per la sua definitiva approvazione. Nei tre anni successivi, questo atto finale, determinante per rendere efficace tale documento, incomprensibilmente non vi è stato.
Solo nelle ultime settimane il tema è stato affrontato dalla Commissione VI della Regione Lombardia, un ritardo che si ripercuote su un settore tanto strategico quanto delicato, che ha obbligato in questi anni per ben due volte la Città metropolitana a prorogare le autorizzazioni, pena la sospensione delle attività di cava, garantendo così la continuità operativa delle aziende.
Proprio nel corso di una delle prime audizioni della commissione regionale sul Piano Cave, sono emerse delle preoccupazioni da parte della consigliera regionale Monica Forte sulle infiltrazioni mafiose nel settore, in particolare nel caso di Zibido San Giacomo ove una cava è stata posta sotto sequestro nell’ambito di un’inchiesta sul riciclo dei rifiuti.
Così commenta il consigliere delegato all’ambiente a alla legalità della Città metropolitana, Simone Negri: “Condividiamo la necessità di approfondire la questione e di condividere misure per scongiurare che fenomeni di questa gravità possano ripetersi: l’impegno per la legalità e per approntare strumenti efficaci deve essere comune. Riteniamo però che in relazione al Piano cave vada evidenziato che siamo di fronte a un documento di natura pianificatoria e strategica che non attiene al percorso autorizzativo delle attività nei singoli siti. Va anche ricordato che il caso giudiziario in oggetto è emerso solo successivamente alla stesura del piano e sul ruolo di Città metropolitana di Milano in questa fase dobbiamo anche intenderci: qualsiasi decisione relativa al Piano Cave da qui in avanti è esclusivamente in mano a Regione Lombardia e non sono previsti ulteriori passaggi di approvazione in Città metropolitana. È pertanto poco informato chi parla di “rimpallo” di responsabilità tra la Città metropolitana di Milano e la Regione”.
Il Piano cave è lo strumento con cui la Città metropolitana pianifica per la durata di dieci anni l’attività di estrazione di inerti sul suo territorio; nel nostro caso si tratta esclusivamente sabbie e ghiaie sciolte che vengono estratte a secco o in falda, setacciate e suddivise in base alla loro grandezza in limi, sabbie e ghiaie elementi fondamentali per la produzione di calcestruzzi e affini.