TURBIGO – Il ‘Turbighetto’ prese vita ‘elettrica’ con la messa in opera di un ‘gruppo’ obsoleto da 900 KW proveniente dalla vecchia centrale di Vizzola entrato in servizio nel 1922, primo esempio in Italia di impianto comandato a distanza (oggi si direbbe da ‘remoto’), cioè senza assistenza di personale in loco. Una vera reliquia della storia dell’energia elettrica nel nostro territorio (vedere foto dell’alternatore ad asse orizzontale qui pubblicata), che avrebbe dovuto essere conservata per documentare come – per una concomitanza di cause – in questa fetta di territorio del medio Ticino sono stati presenti tutti gli stadi tecnologici attraverso i quali si è sviluppata la produzione di energia elettrica in Italia. Ma così non è stato ed il ‘corpo dell’alternatore’ è finito da un rottamatt allo scopo di recuperare il costoso rame. Ciò è avvenuto in occasione del revamping del 2005 che ha visto l’installazione di tre nuove turbine Kaplan e rispettivi alternatori che hanno portato la potenza a 2,5 MW (quasi il triplo della precedente). Al tempo, chi scrive fece il possibile affinché la ‘macchina’ fosse conservata nel futuro museo dell’energia elettrica del quale si parlava al tempo (insieme al parco dell’energia), ma non fu ascoltato.
FOTO L’edificio del ‘Turbighetto’ messo a nuovo posto in zona ‘Tre Salti’, con accanto il primo alternatore ad asse orizzontale che fu sostituito una ventina di anni fa con una nuova macchina