TURBIGO – Lo scrittore-architetto Gianni Biondillo è arrivato il 12 novembre. Invitato dall’assessorato alla Cultura- Biblioteca Civica a presentare il suo ultimo libro su Pasolini si è anche soffermato su una precedente pubblicazione ‘Come Sugli Alberi Le foglie’ che narra il mondo d’inizio Novecento nel quale visse anche il nostro grande artista Carlo Bonomi. Un periodo importante, ispirato da Margherita Sarfatti, dove l’arte italiana iniziò un nuovo percorso. In questo contesto ha tratteggiato la figura di Antonio Sant’Elia un architetto ‘futurista’ comasco, volontario nella prima guerra mondiale (dove sarebbe morto) che aveva progettato le città del futuro. Come Marinetti-Carrà- Boccioni: uomini che sentivano il fremito del cambiamento in corso e intuirono che la città all’avanguardia sarebbe stata Milano.
Arrivato alla stazione Nord di Turbigo l’architetto Biondillo si è soffermato ad osservare quello che fu il ‘vecchio’ edificio comunale turbighese tessendone le lodi (“E’ un edificio di grande valore architettonico pensato per un centro di 100mila abitanti!”) e chiedendo informazioni sull’architetto che lo progettò alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso. Si chiamava Angelo Vittorio Mira Bonomi, deceduto nel 2017 a 86 anni.
Nell’incontro Biondillo ha dialogato con Laura Orsolini che lo ha interpellato sui contenuti de ‘PASOLINI. IL CORPO DELLA CITTA”, un viaggio nella pancia del grande intellettuale del Novecento, un visionario – come ha detto l’autore – che ha catalogato i ‘mostri’ che aveva dentro di sé, compresa la passione per i ragazzi di vita. Un marxista-ateo che intendeva difendere i valori della tradizione e combattere quella ‘civiltà dei rifiuti’ frutto di un consumismo sfrenato che cancella le stratificazioni culturali formatesi nel corso dei millenni, sulle quali poggia la nostra civiltà. Il libro su Pasolini l’aveva scritto 21 anni fa, quand’era un giovane studente al Politecnico di Milano, e solo recentemente l’editore Guanda – in occasione del centenario della nascita – ha chiesto all’autore di ristamparlo. Biondillo ha sottolineato il ‘talento urticante’ di Pasolini presente nei suoi scritti pubblicati dal ‘Corriere della Sera’ dove continuava a sottolineare in rosso lo ‘sviluppo senza progresso’ dove i casali lombardi erano più importanti dei grattacieli. E la ricchezza dei dialetti, delle ‘lingue’ andate perdute…