CUGGIONO – Presso la ‘Scala di Giacobbe’ a Castelletto di Cuggiono (sede del decanato di Castano Primo), martedì 15 novembre 2022 si è tenuta una conferenza dello storico novarese Giancarlo Andenna sui ‘Crivelli’, una famiglia milanese che ha lasciato una traccia importante nella canonica di S. Giorgio a Bernate, voluta dal personaggio più importante della famiglia, il papa Urbano III, che si distinse in vita per aver remato sempre contro all’imperatore. I 900 anni dalla nascita di Papa Crivelli sono stati scanditi dalle parole del professor Andenna il quale ha iniziato dicendo che risale al 1075 la prima citazione documentata di una famiglia che “per cavalcare mille anni di storia doveva aver accumulato grandi proprietà terriere che le hanno permesso di attraversare i secoli grazie all’unità del gruppo famigliare sempre schierato a favore della Chiesa”.
Milites della Chiesa nei secoli XI-XII sec., al tempo di Corrado II, Il Salico, quando nel 1037 l’imperatore scende in Italia dalla Germania si trova davanti un agguerrito Ariberto d’Intimiano, arcivescovo di Milano, uomo potentissimo. Corrado II assedia Milano e per aver forza di sussistere garantisce a suoi vassalli – tra cui i Crivelli – il lavoro (non la proprietà) che avevano i loro padri, cioè l’amministrazione delle terre e l’allevamento. Tante mucche che per vivere arrivavano a pascolare fino a Macugnaga, dove già allora c’era un alpeggio, fondamentale per passare l’inverno. Le mucche fornivano il cuoio con il quale si facevano le selle e le scarpe (a Novara, poi Vigevano).
Al tempo, i Crivelli riescono a inserirsi nel processo di cambiamento in atto nella società milanese che porterà all’istituzione del Comune e, nel 1117, risulta che un Crivelli è Console milanese. Milano è una città imperialista – dice Andenna – e dopo aver sottomesso Lodi, Como (1125), Cremona è la volta di Pavia che però ha il vantaggio di essere sul Ticino. Milano, perciò, decide lo scavo del Naviglio per orientare le merci provenienti dai paesi dei laghi verso Milano, anziché a Pavia, by-passando così il Ticino, impadronendosi così di una importante via di comunicazione che dal Lago Maggiore prosegue per il passo del Lucomagno e da qui all’alto Reno Sciaffusa (Svizzera) e Costanza.
Milano è in una fase di espansione e nel 1157 il papa Alessandro III chiama a raccolta i Comuni per combattere contro l’imperatore. Sono i cittadini dei Comuni che combattono gridando il nome di Sant’Ambrogio per cui spetta a loro decidere. Si crea l’unione Comune-Chiesa documentata anche dal fatto che i palazzi comunali sono spesso adiacenti alle cattedrali. Dopo la distruzione di Milano (1162) da parte dell’imperatore, Arialdo Crivelli, nel 1167, è nominato Console incaricato di seguire i lavori di ricostruzione della città. Non solo, ma un altro Crivelli, Ubaldo – al tempo del vescovo Galdino – è arcidiacono della cattedrale milanese, una carica che gli permette di gestire i fondi religiosi, mentre gli altri Crivelli continuano a gestire le terre e gli allevamenti bovini.
Quando Galdino muore l’arcidiacono Crivelli può diventare Vescovo, ma non ci riesce per lo scontro in essere con Milone da Cardano, per cui alla fine il terzo vincente è Algisio da Pirovano. Deluso il Crivelli si avvicina a Alessandro III, ma quando nel 1179 il Papa si incontra a Venezia con il Barbarossa per siglare un trattato di pace, il Crivelli manifesta il suo disaccordo. In seguito i Crivelli saranno contrari anche alla Pace di Costanza. Finiscono in seconda fila (Crivelli è nominato vescovo di Vercelli), ma nel 1185 Algisio da Pirovano muore e il Crivelli diventa arcivescovo di Milano. Fonda la canonica di Bernate la quale seguirà la storia dei canonici regolari che avevano il compito di educare il popolo, oltre a quello di pregare. Non solo, diventa Papa con il nome di Urbano III, ma non lascia l’arcivescovado di Milano. Nel tragitto verso Roma per assumere la carica, Urbano III muore a Ferrara dove è sepolto.
La benedizione del Papa, l’arcivescovado di Milano, permettono alla famiglia di arricchirsi vertiginosamente: Danese e Landolfo acquistano grandi proprietà verso Busto Arsizio e Varese. La loro politica è sempre quella di porsi contro l’imperatore a favore della Chiesa. Non solo, ma si scontrano anche con i Torriani e i Visconti. Nel 1450 Ugolino Crivelli diventa conte di Galliate e di Nerviano e alla fine – in mancanza di eredi – i beni dei Crivelli finiscono agli Olivetani di Nerviano.
DIDA Le foto dell’incontro di Castelletto