Dopo il Naviglio (1179), altri canali presero vita sulla riva destra del Ticino nel periodo in cui il Ducato di Milano comprendeva territori anche su tale riva. Uno di questi è il Naviglio Langosco che inizia il suo corso all’altezza di Cameri e scorre prima nella valle del Ticino fino a Galliate, poi a mezza costa fino a Cerano, guadagna il piano al confine territoriale della Lomellina – poco prima di Cassolnovo – e si spinge con l’asta principale fino ad oltre Tromello con un corso di 45 Km da nord a sud.
La sua esecuzione ebbe inizio per concessione 29 maggio 1613 di Filippo III, Re di Spagna, cui spettava – al tempo – anche la sovranità nel Ducato di Milano che allora comprendeva anche la Lomellina. Venne così accolta la supplica del 1610 per l’irrigazione “dell’agro Lomellino che trovasi sterile et quasi inutile” presentata dal conte Guido Langosco da cui il canale prese il nome. La bolla reale concedeva al conte il diritto perpetuo ad estrarre dal fiume Ticino quasi 5 mc/sec mediante ‘naviglio’ avente inizio nell’agro novarese. Progettato dall’ingegnere Pietro Antonio Barca, la realizzazione del canale si protrasse per oltre mezzo secolo. Successe poi che le sue acque furono utilizzate per la produzione di energia elettrica:
1908. L’impianto idroelettrico del ‘Treccione’. Su progetto dell’ingegnere Menotti Varzi, fu realizzato l’impianto idroelettrico del ‘Treccione’ (nella foto), nome tratto dall’antico ramo fluviale del Ticino che ancora oggi costituisce il primo tratto del Naviglio Langosco.
2007 – L’impianto idroelettrico ‘Guido Davide Orlandi’. Nel territorio di quella che fu l’Azienda Agricola Allevamento Pesce e Surgelazione srl sul Naviglio Langosco in territorio di Galliate, insisteva una vecchia centrale idroelettrica (1903) il cui edificio liberty è stato recuperato, mentre le macchine sono state sostituite nel 2007. Denominata in memoria di ‘Guido Davide Orlandi’ (padre del proprietario) la centralina ha una potenza installata di 800 KW e, nei termpi di abbaondanza d’acqua, era in grado di produrre dai 4 ai 5 milioni di chilowattora all’anno. La centrale è munita anche di una seconda ‘macchina’ che sfrutta in caduta le acque del canale Cavour che confluiscono nel Ticino.