I Visconti hanno cercato di cancellare i Torriani – la famiglia che li aveva preceduti nella Signoria di Milano – in tutti i luoghi in cui compariva il loro blasone. Quello che pubblichiamo lo abbiamo rintracciato sulla riva destra del Naviglio (in alto a sinistra), in territorio di Boffalora, mentre a Turbigo, località in cui i Torriani arrivarono alla metà del XIII secolo per acquistare terre e impadronirsi dell’incile del Naviglio non è rimasto niente se non qualche stemma ormai sbiadito illeggibile.
Ma com’era Milano al tempo dei Torriani?
Era mirabile dice Bonvesin da la Riva (1240-1315) nella sua famosa opera DE MAGNALIBUS MEDIOLANI:“Dentro la città non vi sono cisterne né condutture di acque che vengano da lontano, ma acque vive, naturali, mirabilmente adatte ad essere bevute dall’uomo, limpide, salubri, a portata di mano, mai scarseggianti anche se il tempo è asciutto e tanto abbondanti che in ogni casa appena decorosa vi è quasi sempre una fonte di acqua viva. Ve ne sono moltissime le cui acque risultano al gusto quasi saporite e tale é la loro leggerezza che, versate in recipienti di legno o in ampolle di vetro, in poco tempo li imbevono. (…) Anche nel contado vi sono acque di fonte limpidissime, e in alcuni luoghi così gelide che, se d’estate vi si immergono ampolle colme di vino, per rinfrescarlo, i recipienti di vetro si rompono per effetto del freddo, a meno che si tirano fuori dopo breve tempo.. Il territorio i Milano produce in abbondanza, come ciascuno può constatare, biada, vino, legumi, frutta, alberi, fieno e altri beni. Dunque per il suo clima, per le sue acque, per la sua fertile e bellissima pianura, Milano è situata in una posizione mirabile; fulgida prova ne è il fatto che vi si trovano moltissime persone molto vecchie, uomini e donne, che ci vivono fino a età decrepita, come pure il fatto che la fecondità delle famiglie, la densità della popolazione, la prosperità di ogni bene sono ogni giorno, per grazia di Dio, mirabilmente in aumento”.