E’ il 7 giugno 1921. L’ingegner Angelo Omodeo, luminare nel campo degli impianti idroelettrici, scrive all’amico Filippo Turati, socialista, candidato ad assumere la carica di ministro dei LL.PP. nel governo Facta (1922). Una lunga lettera, inedita, della quale abbiamo già pubblicato alcuni capitoli (ai quali aggiungiamo il seguente) sul tema del ‘Rifare l’Italia’: “innanzi tutto le bonifiche”, dice Omodeo, che in seguito sarebbero state realizzate, in parte, nel Ventennio.
“C’è ancora una grande quantità di terra da mettere a cultura, da riscattare per la cultura. Sono il primo a riconoscere che ciò solo non risolve il problema generale della disoccupazione e del surplus di popolazione, ma può essere un aiuto. Le Paludi Pontine, gli stagni sardi, quelli del Tavoliere, le lagune venete, la bassa valle Padana, Metaponto, Sibari, Piana di Catania, parte della Maremma…centinaia di migliaia di ettari di terreni fertili. Innanzitutto, la valle Padana colle pianure confinanti, è costituita da 4 milioni di ettari di terreno e con un sistema idrografico dei più complessi con fiumi grandiosi che la intersecano e che un tempo dovevano creare meandri inestricabili (…)
Mentre le altre nazioni d’Europa si dilaniavano nella guerra, l’Olanda studiava e iniziava un lavoro grande di pace, una delle opere più meravigliose di bonifica e di idraulica, di gran lunga superiore per difficoltà e spesa a ciascuna di quelle indicate per l’Italia. Per il prosciugamento della Zuiderzee fu votata una legge il 29 giugno 1918 e i lavori iniziarono il 29 giugno 1920, alle ore 12. Il costo è previsto in 3 miliardi di lire italiane. I lavori dureranno trenta anni e si toglieranno 200.000 ettari di terreno coltivabili. 4000 pescatori resteranno senza i loro campi di pesca e saranno indennizzati e 50mila famiglie di agricoltori li sostituiranno (…)
In Italia, l’esempio più dimostrativo dell’usura riguarda le Paludi Pontine. Nel 1898-1900 incominciava a svilupparsi la nuova borghesia industriale che crebbe sotto la guida e l’aiuto dell’industria e della banca tedesca. Tipica l’industria idroelettrica, sorta in gran parte col contributo iniziale della tecnica tedesca, di capitali tedeschi, colla assistenza della banca tedesca, da cui, poco a poco, la borghesia industriale italiana seppe emanciparsi. Dopo la realizzazione di uno dei primi impianti idroelettrici (quello di Vizzola sul Ticino) la banca e la tecnica tedesca presero l’iniziativa della bonifica e trasformazione agraria delle Paludi Pontine. Vi mandarono l’ingegnere Intze, specialista di idraulica, e il migliore agrario, il Fesca, i quali conclusero che in sei anni sarebbe stata possibile la bonifica e la trasformazione agraria completa di 40mila ettari di terreno”.
E così fu, ma per la bonifica integrale ci volle più di un decennio. Iniziò nel 1924, con la vendita allo Stato Italiano di un territorio di 20.000 ettari circa, di proprietà della famiglia Caetani, noto come Bacino di Piscinara (corrispondente in gran parte agli attuali territori comunali di Cisterna di Latina e Latina.
Antonio Pennacchi (1950-2021) in ‘Canale Mussolini’ racconta la bonifica delle Paludi Pontine. “I suoi argini sono scanditi da eucalypti immensi che assorbono l’acqua e prosciugano i campi, alle sue cascatelle i ragazzini fanno il bagno e aironi bianchissimi trovano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord”.
DIDA Antonio Pennacchi (1950-2021)