TURBIGO – I proventi della ‘Festa d’In Giò’ sono da sempre utilizzati per mantenere in vita quella che fu la chiesa degli abitanti del ‘Turbigo Inferiore’ (così si chiamava il ‘paese’ fino alla fine dell’Ottocento). Da un po’ di tempo si nota anche che gli abitanti ‘storici’ di questa parte del paese preferiscono chiudere la loro vita in questo millenario luogo sacro.
Storicamente, la Chiesa è stata, per una infinità di generazioni, il biglietto da visita di una comunità, un luogo ‘comune’ nel quale gli abitanti si ritrovavano nelle fauste occasioni. Questi furono i presupposti che diedero vita alla costituzione di un Gruppo che da decenni si interessa della conservazione che iniziò con l’intervento degli anni Ottanta del secolo scorso che portò – attraverso un finanziamento comunale consistente – ad un restyling generale. Oltre ai viventi, due furono le persone che, al tempo, permisero che ciò accadesse evitando che il tetto franasse: l’allora assessore comunale Alessandro Ferrari, recentemente scomparso (che avrebbe meritato il riconoscimento civico di ‘Turbighese d’Oro’) e la signora Luigina Meazza che avviò la raccolta firme tesa a risanare il tetto e le pareti esterne della chiesa. Li ricordiamo mestamente con questo scritto che ha lo scopo di informare che, negli ultimi giorni del maggio 2023, sono stati sostituiti i due ‘vasoni’ posti all’entrata principale della chiesa in continuità con lo spirito che ha animato la serie di interventi eseguiti in questi decenni.
Un segno verso quel patrimonio culturale che è la Chiesa che tramanda una tradizione, ma è anche salvaguardia attiva di un monumento che si pone in continuità con il passato.
Nuovi ‘vasoni’ all’entrata della chiesa dei SS. Cosma e Damiano
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