TURBIGO. Quando, cinquant’anni fa, iniziammo a interessarci della storia locale andavamo al sabato mattina all’Archivio di Stato di Milano a consultare i libri antichi che solo là si trovano. Non solo, ma spesso ci fermavamo anche alla Biblioteca Ambrosiana dove tutto il prelibato patrimonio libraio è più accessibile. Qui sono conservati anche molti scritti inediti del cardinale turbighese Flaminio Piatti e anche molti dei suoi libri.
In una di queste trasferte ci capitò in mano l’opera dell’arciprete oblato Francesco Bombognini (pubblicata a Milano nel 1828) dal titolo ‘Antiquario della Diocesi di Milano’. Nell’elenco dei borghi e delle terre della diocesi di Milano, in appendice, c’era il numero degli abitanti di Turbigo (900) e di Nosate (430). Interessante e precisamente documentata, come abbiamo potuto verificare in seguito, la descrizione di Turbigo:
“Aveva un castello vicino al quale nel 1274 formossi un ponte sul Ticino di Milanesi che sorpresi dai Novaresi, fautori dei nobili, furono fatti prigionieri. Celebri furono nel sec. VIII i Signori di Turbigo, fra i quali si nominano i SS. Aimo e Vermondo, i cui corpi si conservano nella chiesa del già monastero da loro fondato in Meda. I detti Signori conferivano anche i feudi se pur dobbiamo credere che i feudi già vi fossero nel sec. VIII.
Il canale del Naviglio cominciato dai Milanesi nel 1179 rende assai frequentato Turbigo per continuo passaggio dei viaggiatori. Assai opportuno per paese e vicinato era il convento che vi tenevano gli Agostiniani Scalzi”.
Turbigo descritto nell’Antiquario della Diocesi di Milano del Bombognini (1828)
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