Consultando antiche carte in attesa di andare all’altro mondo ne abbiamo scovato alcune che meritano di essere condivise (come si dice oggi). Si tratta di fotocopie de ’Il Secolo’ dell’anno 1925 dove si parla dei conti Aimo e Vermondo Corio, vissuti nell’ottavo secolo, di probabile stirpe longobarda, a cui Turbigo ha dedicato due Vie. Sul ‘Secolo’ si racconta anche del ritrovamento delle quattromila pergamene, conservate nell’archivio del monastero femminile di S. Vittore a Meda, fondato dai due fratelli turbighesi d’adozione e guidato con pugno duro dalle badesse fino alle soppressioni giuseppine di fine Settecento. Nel 1987 ci fu a Montecarlo l’asta di un manoscritto miniato risalente al 1357 (dove si racconta la storia dell’assalto dei cinghiali e del voto per scampato pericolo) che fu aggiudicato per circa 500 milioni di vecchie lire. E’ in questo manoscritto che si scopre che i due conti erano Signori di Turbigo. Gli ‘Amici dell’Arte’ di Meda avevano fatto di tutto il possibile affinché il Comune partecipasse all’asta della Sotheby’s, ma l’impegno economico era superiore alle possibilità del Comune. Nel 1982, però, la Biblioteca Trivulziana di Milano (sindaco Carlo Tognoli) ne aveva stampato una copia integrale a colori con traduzione a cura di Giulia Bologna dal quale abbiamo preso le foto che pubblichiamo.
AIMO E VERMONDO CORIO furono sepolti nella chiesa del monastero da loro fondato e la tomba assunse un carattere miracoloso al punto che i due fratelli turbighesi acquisirono fama di santità riconosciuta da Carlo e da Federico Borromeo, mentre il cardinal Ildefonso Schuster fece una ricognizione delle reliquie dei due santi nel 1932, quando si celebrarono in loro onore solenni festeggiamenti. Fu in tale occasione che alcune reliquie arrivarono anche a Turbigo e, al tempo, alcuni neonati turbighesi presero i nomi dei due santi.
LA SCOPERTA DELLE QUATTROMILA PERGAMENE . Riportiamo da ‘Il Secolo’ del 19 giugno 1925:“L’ing. Agrati, nativo di Meda, dove possiede una grande casa tranquilla con un parco pieno di alberi, di fiori e di poesia, ha fatto l’interessante scoperta qualche anno fa. L’inizio delle ricerche gli venne offerto dal ‘caso’: un dipendente dell’ingegnere era andato a comprare del sale e il tabaccaio lo aveva avvolto in una pergamena di mille anni fa”.