Il 18 aprile 1999 moriva, all’età di 68 anni, Felice Torno e il ‘Corriere’ ne registrò la dipartita con una pagina intera di necrologi che pubblichiamo. Si chiudeva così la storia secolare di un’azienda che aveva contribuito a fare grande l’Italia negli anni del ‘miracolo economico’.
Figlio del fondatore Giuseppe abitava a Milano, ma veniva spesso a Castano Primo per andare a pescare nelle acque del Ticino. Un ‘richiamo’, quello del fiume, che aveva ereditato dal padre, che usava organizzare ogni anno, il banchetto sociale dei suoi dipendenti, all’aperto in quella che fu ‘Casa delle Barche’ – dove si pasteggiava con il pesce-pescato – un ristorante sul Ticino recentemente chiuso (ci sono delle foto dell’agosto 1961 con Giuseppe Torno in primo piano alla ‘Solitaria’). Felice Torno non dimenticò mai Castano e la Stazione dei Carabinieri è ancora lì a documentare la sua generosità.
Negli Anni Novanta, fu Felice Torno a trasformare la Torno Spa in Torno Internazionale,un tempo in cui erano in corso i lavori in corso per la costruzione della diga della centrale idroelettrica di Dona Francisca nella provincia del Rio Grande do Sul, in Brasile, del valore di 120 miliardi di vecchie lire.
Anni di grandi opere in Italia e all’estero: significativa la linea 3 della Metropolitana Milanese, il parco Eurodisney a Parigi, l’anello dello stadio Giuseppe Meazza a Sansiro (che recentemente la Soprintendenza ne ha vietato la demolizione), una delle costruzioni più spettacolari nel panorama dei dodici interventi eseguiti in occasione dei Mondiali del ’90.
Poi ci fu il tormento di Tangentopoli e la crisi dell’impresa che, dopo il fallimento (2011), chiuse i battenti lasciando i ricordi relegati in alcune scatole zeppe di fotografie (in possesso di un privato) delle grandi opere realizzate nel secolo breve.