ARCONATE- Cosa significa convivere con una persona affetta da Alzheimer? Come poter sostenere in modo adeguato i familiari? Come è cambiata l’evoluzione di questa malattia sul territorio? Quali sono le modalità di cura che la ricerca e l’esperienza offrono? Sono questi alcuni degli interrogativi che guideranno la serata di conoscenza ed informazione promossa dalle Case Famiglia di San Vittore Olona, Villa Cortese, Busto Garolfo, Inveruno, Arconate in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer.
LA MALATTIA – “Da anni le Case Famiglia Fondazione Mantovani, Sodalitas e Opera Pia Castiglioni sono impegnate nel promuovere iniziative tese alla conoscenza e alla diffusione di informazioni su questa che è ormai la più comune forma di demenza negli ‘over 65’, caratterizzata da un progressivo decadimento delle funzioni cognitive, a cominciare dalla memoria. I dati OMS –spiega Lucrezia Mantovani, referente per i Progetti Alzheimer– ci indicano come nel mondo oltre 55 milioni di persone convivono con la demenza, ma il dato che più impressiona sono le stime che parlano di 78 milioni di malati entro il 2030”. Questa forma di patologia nel nostro Paese (Dati Istituto Superiore di Sanità) riguarda almeno 600 mila persone, con forti ricadute oltre che sul malato, anche su chi gli sta accanto, in primis i familiari.
CON PROFESSIONISTI E COLLABORATORI A SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE – “E’ in quest’ottica che si inserisce l’appuntamento in programma per giovedì 21. Grazie alla presenza di professionisti sanitari e con il supporto dei nostri collaboratori cercheremo di offrire uno sguardo completo su un tema così complesso, difficile e doloroso per tante famiglie che non possono essere lasciate sole”.
L’EVENTO DI ARCONATE – All’evento di Arconate, in programma per giovedì 21 settembre alle ore 20.45 presso la Casa Famiglia di Arconate, interverranno: Carla Pettenati, Neurologa e Geriatra; Letizia Rovati, Fisioterapista; Roberto Bertani, medico di base del territorio.
LA SFIDA DELL’ALZHEIMER I NUCLEI PROTETTI DELLE CASE FAMIGLIA – “Da sempre mettiamo al centro del nostro lavoro la persona, la sua unicità e le sue esigenze. In questo senso quella dell’Alzheimer, al pari di ogni altra forma di demenza –conclude Lucrezia Mantovani- è una sfida stimolante e difficile, tanto che in questi anni abbiamo affiancato alle modalità di cura più tradizionali, interventi di tipo non farmacologico, in tutti i nostri Nuclei Protetti dove curiamo quasi 150 residenti. Siamo convinti che sia il contesto a doversi sempre adeguare alle esigenze delle persone malate e, soprattutto, intendiamo attuare sempre i valori ispiratori del nostro ‘Progetto Vita’: perché tutti, nessuno escluso, debbono essere messi nelle condizioni di potersi sentire vivi e parte di una comunità”.