Nel 1926 fu individuata una necropoli a cremazione da parte dell’ingegner Guido Sutermeister, dipendente della Franco Tosi, ma anche archeologo in erba, nel senso che era sempre lui a correre dove affiorava qualcosa da lavori di scavo con l’unico scopo di documentare e salvare i fittili. E’ quello che successe un secolo fa a Canegrate, ma fu grazie a Ferrante Rittatore Wonwiller, incaricato dalla Soprintendenza alle Antichità della Lombardia – a cui furono affidati i lavori di scavo della vasta necropoli (circa 200 tombe, tutte a incinerazione) – che oggi tale ritrovamento ha potuto essere portato all’attenzione del folto pubblico presente, e il dottor Quirino ha raccontato quali erano i costumi, le attività e la società della popolazione vissuta nel nostro territorio circa tremila anni fa.
L’aspetto curioso dell’incontro organizzato ieri a palazzo ‘Leone da Perego’ di Legnano per la presentazione della mostra (che rimarrà aperta fino al 17 marzo 2024) è stata la presenza dei parenti dello scopritore e di colui che seguì lo scavo della vasta necropoli (Sutermeister e Rittatore).
L’ideatore della mostra, l’archeologo Tommaso Quirino della Soprintendenza che si occupa dell’Ovest milanese (colui che ha studiato anche la spada di Turbigo), ha ringraziato i Sindaci di Legnano e Canegrate, ma anche le figure storiche che si occupano dell’archeologia nel nostro territorio e che hanno collaborato, insieme a tanti altri, alla realizzazione della mostra: da Anna Maria Volontè che opera nel Museo Civico legnanese da decenni, ma anche una ‘quasi’ turbighese Sara Zannardi (il padre è l’ottico ‘storico’ di Via Allea).
La mostra è articolata in cinque sale: nella prima è esposta la prima tomba scoperta nel 1926 e, a seguire, tutte le altre scoperte. In alcune tombe le urne furono rinvenute capovolte e ciò sembrerebbe indicare che le ceneri contenute fossero quelle di donne. Nella quinta sala compare la ‘spada di Turbigo’ rinvenuta nel 2017 nel Ticino ai ‘Tre Salti’. Una tale deposizione nel fiume sembrerebbe avere uno scopo rituale, propiziatorio del passaggio sul fiume. “Era un fenomeno diffuso – ha detto il dottor Quirino – strettamente legato alla transumanza degli animali, ma non solo”.
DIDA 1 – Alcuni dei ‘mastrini’ del Sutermeister esposti in mostra in cui annotava tutti i dettagli dei ritrovamenti. Da notare la corrispondenza tra l’oggetto e il disegno dell’ingegnere; 2 – La ‘spada di Turbigo’ esposta in mostra