La ‘Sperada” era una acconciatura femminile in uso in Lombardia e nella Svizzera Italiana nei secoli scorsi. Si componeva da uno spillone con due pomoli ovali alle estremità che veniva infilato nelle trecce raccolte sulla nuca dalle ‘ragazze da marito’. Le ‘spadine’ venivano regalate dal fidanzato alla ragazza quando si ufficializzava il fidanzamento.
La ‘Sperada’ era diventata una sorta di ‘carta di identità’ che permetteva alla ragazze di manifestare il loro intento, la loro condizione all’interno della società dell’epoca: nubile o fidanzata, ecc.
L’importanza raggiunta dalla ‘sperada’ è documentata da molti dipinti d’epoca che ritraggono le ragazze acconciate con la “Sperada”, con loro scrittori che le declamano. Il più famoso è senza dubbio Alessandro Manzoni che nei ‘Promessi Sposi’ così descriveva Lucia:” I neri e giovani capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile drizzature, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi molteplici di trecce, trapassati da lunghi spilli d’argento, che si dividevan all’intorno, quasi a guisa de’ raggi d’un aureola, come ancora usano le contadine del Milanese. …” ( II° Cap.)
DIDA La ‘Sperada’ pubblicata, scoperta oggi in una abitazione turbighese, è doppia, ma va bene lo stesso e fa intendere lo status della ragazza che la portò fieramente alla fine dell’Ottocento