La burocrazia impera e frena la solidarietà. Le feste di paese si possono solo fare dopo aver fatto la ‘Scia’. Noi del ‘Gruppo d’In Gio’ lo sappiamo bene perché da anni – dal tempo della De Col – dobbiamo sbrigare e pagare questa pratica burocratica inventata solo per scaricare ‘responsabilità’. Infatti, le associazioni di volontariato che hanno l’uso del suolo pubblico, dove prevedono spettacoli o assembramenti, devono rispettare delle disposizioni nazionali. La regola prevede che per i locali e gli impianti con capienza complessiva pari o inferiore a 200 persone serva una relazione tecnica (appunto la ‘Scia’) redatta da un professionista iscritto all’albo degli ingegneri, architetti, periti industriali o geometri, che attesti la rispondenza alle norme stabilite da un decreto del Ministero dell’Interno. Tutti gli anni, nonostante la Festa d’in Gio’ sia una festa tradizionale, bisogna presentare in Comune la ‘Scia’ affinché un tecnico valuti la situazione in relazione al numero dei partecipanti. E ogni anno bisogna pagare il professionista incaricato che indirizza il ‘quantum’ alle parrocchie locali.
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