TURBIGO – La Via Fredda è una delle contrade più antiche del paese. Era già esistente all’inizio del Seicento, com’è documentato dal Disegno del Sito donato dal Signor Conte Girolamo Piatti dove si vedono la Chiesa casa e giardino fatto dal Domenico Pellizzaro, notaio e ingegnere pubblico. Il disegno attesta la donazione conseguente alla volontà testamentaria del cardinal Flaminio Piatti che, in occasione della sua morte, avvenuta a Roma nel 1613, con atto testamentario dispose che in un fondo e chiesa – che erano di diritto del suo casato – si fondasse un convento di religiosi “a comodo del popolo e de’ passeggeri che transitavano sul Naviglio” e che per tale scopo si impiegasse una porzione delle sue sostanze. E così fu. (Il documento che pubblichiamo è conservato in ‘Archivio di Stato, Fondo Religione, p.m. 2034’).
Inoltre, il toponimo Rogorina, che campeggia sul ‘Sito’ che il conte Piatti donò nel Seicento ai frati, probabilmente ricorda le antiche ‘rovere’ (Rugola, Rugalett in dialetto), piante autoctone che costellavano e costellano ancora il Parco del Ticino. Altri personaggi compaiono nei documenti secenteschi, ma probabilmente le abitazioni indicate nel disegno furono prima abitate dai cappellani della preesistente chiesetta altomedievale (XIII sec.) e in seguito dai conversi che lavoravano le terre del convento. Una tale destinazione religiosa sarebbe confermata anche da lacerti di affresco, ancora visibili all’inizio del Novecento, nel pertugio oggi adiacente alle case comunali.
Il documento che pubblichiamo è importante perché segna il tempo dell’apertura del convento (1635), il quale trova corrispondenza con un atto costitutivo – è il documento più antico conservato nell’Archivio Storico Civico turbighese – di un annuo censo passivo di £. 21 imperiali che il Comune si accollò il 20 gennaio 1633. Sotto il griffonnage della pagina scritta affiora il sentimento della comunità del Turbigh in Giò che intese sostenere la costruzione della nuova chiesa con quello che oggi chiameremmo un mutuo.
Infine, nel cortile interno delle case in questione d’inizio Via Fredda ci sono le vestigia di quelle che un tempo furono le cascine dei conversi: le volte a botte dei rustici segnano il tempo, così come il pozzo scavato dai frati Agostiniani Scalzi dell’adiacente convento, oggi di proprietà privata.
1 – continua
DIDA La parte ancora esistente dell’antica chiesetta altomedievale