I disturbi della psiche mostrati, anzi celati, in una magistrale serie di 11 scatti fotografici che danno corpo alla mostra “In-visibile”, di Hermes Mereghetti, raccolta anche in un libro con la prefazione del noto giornalista, scrittore e conduttore televisivo Toni Capuozzo, che confessa come le fotografie di Hermes Mereghetti lo abbiano precipitato «nel mondo sconosciuto dei DOC, i Disturbi Ossessivi Compulsivi. Chi ne soffre sente come una mancanza, un’amputazione di sé, del proprio dover essere, nel non rispondere alla proprie ossessioni, non obbedire alla proprie compulsioni».
E sono proprio la mancanza, l’assenza e il celato a dare forza alle opere di Mereghetti, che svelano agli occhi dell’osservatore «un dolore profondo e nascosto perché -scrive ancora Capuozzo- non sono un tentativo artistico di raccontare quel che altrimenti non sarebbe visibile, ma l’unico modo, crudo e poco indulgente all’estetica, di raccontare un mondo che è sotto i nostri occhi e ci sfugge».
«Il progetto “In-Visibile” ha l’obiettivo di rendere tangibili gli spessi “malesseri” della mente. Disturbi e sensazioni che invadono gli abissi della personalità e della coscienza, storpiando senza tregua il vivere comune. La finzione è un volto che non esiste, la perfezione calzante sulle curve di un’anima che sfugge di mano -dice l’autore, Hermes Mereghetti-. Undici immagini per rappresentare la “nebbia” che offusca e permea l’Io, rendendolo evanescente. Ma anche solo e impotente. Non esiste una voce amica annunciante speranza, a queste latitudini. Si odono solo urla acute, seppur lontane. La fotografia, ma soprattutto l’estetica ricercata oltre la soglia visiva, diventano mezzo di rappresentazione onirica sul quale fermarsi a riflettere. L’essere umano resta accovacciato in una densa ombra di fine giornata, per nascondere il “qualcosa” e non lasciar trasparire il “nulla”. Per paura: eremo o scoglio che trascina negli abissi e incaglia i desideri di difesa. Un aiuto in grado di restituire un volto, rendendo visibile e trattabile una facciata apparentemente inesistente».
La mostra verrà inaugurata venerdì 31 maggio, alle 21, nel salone don Besana della sede della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, in via Manzoni 50, a Busto Garolfo, nel corso di una serata a cui saranno presenti Toni Capuozzo, Claudio Argentiero dell’Archivio Fotografico Italiano e l’autore Hermes Mereghetti, che nella sua carriera di fotogiornalista ha sviluppato progetti all’interno delle carceri milanesi, sul mondo dell’handicap e dell’immigrazione, concentrandosi prevalentemente sulla psicologia dell’individuo, autore di libri e svariate mostre e che attualmente organizza workshop e seminari sulla psicologia del ritratto in tutta Italia.
Edito da Bertelli Editori, il progetto ha il supporto della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. «Le fotografie di Mereghetti mi hanno fatto riflettere su come ragiona la nostra mente che fatica a rilevare un’assenza, colmando la lacuna con l’abitudine -scrive il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi, nella presentazione al libro-. Quante cose diamo per scontate o tendiamo a non vedere? Quando guardiamo un albero cosa non vediamo? Semplice: le radici. Eppure sappiamo che ci sono e quanto sono importanti. Focalizzandoci solamente sul presente, il rischio è quello di non vedere, non percepire la storia di ciò e soprattutto di chi abbiamo davanti, dandola per scontata. Ed è proprio la nostra storia che ci ha portato a questo progetto: una storia avviata ben 126 anni fa nell’Altomilanese e nel Varesotto, lo stesso territorio che ha visto i natali e la crescita umana e professionale di Hermes Mereghetti».