TURBIGO – Nella prima puntata di questa ‘storia’ dell’inizio della Via Fredda (antica proprietà dei conti Piatti) abbiamo scritto che sia il convento (1635-1807), sia la chiesa degli Agostiniani Scalzi, furono voluti per espressa volonta testamentaria del cardinal Flaminio Piatti (1550-1613). Inoltre, il cortile adiacente a quello che fu il convento (oggi proprietà Vezzani-Brignoli), conserva ancora le vestigia di quelle che un tempo erano cascine (foto): le volte a botte di questi rustici documentano il periodo in questione, così come il pozzo in uso ai frati, ancora esistente, ma in sicurezza.
Con la soppressione del convento (1805) e la spoliazione della chiesa, i beni degli Agostiniani Scalzi, incamerati dallo Stato, furono messi in vendita. Il convento e la chiesa furono acquistati dagli Oriani (una famiglia filofrancese che vantava il sindaco di Turbigo e il prevosto di Castano all’inizio dell’Ottocento) mentre i beni posti a corollario dell’antico insedimento religioso furono venduti a privati. Quelle che un tempo erano le abitazioni dei conversi (contadini che lavoravano i campi dei frati) finirono nella mani di una famiglia di turbighesi: i Cavaiani.
Infatti il cortile di Via Fredda, 2 era detto dei Bush (soprannome di un ramo dei Cavaiani già presenti a Turbigo alla fine del Cinquecento), una parte del quale divenne di proprietà, nel primo Novecento, di Antonio Brusatori, poi Rognoni, dal quale nel 1971 acquistò Defendente Brignoli. Il cortile dei Bush, quando fu diviso in due per l’acquisto dei Brusatori, si chiamò Cortile del Magracena (soprannome che voleva dire ‘cena di poco conto’), in quanto i Brusatori, proprietari dell’officina in via S. Vincenzo dove fabbricavano idranti antincendio, avevano in braccino corto. Di loro parleremo nella terza puntata.
2 – continua
DIDA – Il cortile di Via Fredda, 2 conserva, oltre al pozzo, i resti delle cascine, tutte con volte a botte, di tre secoli fa, ancora ben conservate
Il cortile dei Bush, poi Magrascena in Via Fredda, 2
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