Ho acquistato ‘Il Giornale’ per cinquant’anni, tutti i giorni, anche quando l’edicola del mio paese era chiusa andavo a cercarlo in un’edicola vicina. Ho seguito quindi tutta la sua storia e quella del grande Montanelli: dalla nascita del suo ‘Giornale’ avvenuta a Cortina tra un gruppo di amici (1974), alle ottanta righe quotidiane dei suoi editoriali, tutte ‘fuori dal coro’ che è un piacere rileggere ancor oggi. Li avevo conservati i suoi editoriali, (ho scoperto poi che sono stati raccolti in un libretto ‘La stecca nel coro’) ma adesso, ormai giunto al traguardo della vita, non posso che gettarli nella carta da macero. Peccato!
L’ultimo sul ‘Giornale’, del 12 gennaio 1994, porta il titolo “Vent’anni dopo’ dove Montanelli dice di non avere scelta: “O rassegnarmi a diventare il megafono di Berlusconi. O andarmene. Me ne vado.”
E così fu. Fonda la ‘Voce’, ma Berlusconi vince le elezioni del ’94 e a Montanelli manca lo spazio politico. Il 12 aprile 1995 la ‘Voce’ chiude e Lui chiede ‘il diritto al congedo’.
Nel frattempo della crisi della ‘Voce’, il ‘Giornale’, sotto la direzione di Vittorio Feltri, va a gonfie vele. Il bergamasco nel suo primo fondo del 20 gennaio 1994 riverisce il grande Maestro: “Sostituire Montanelli è come succedere a Papa Giovanni XXIII con la pretesa di non farlo compiangere” e rincara la dose il 21 marzo 1994 in occasione dell’uscita della ‘Voce’:” Sin da bambino divenni drogato dalla tua prosa (di Montanelli, ndr), scorrevole e pungente che mi entrava in testa subito e mi restava nella carne.(…) Sin dalle elementari decisi che da grande avrei fatto il tuo mestiere”.
Dissapori con il centrodestra fecero sì che anche Feltri pubblicasse l’ultimo fondo sul ‘Giornale’ il 7 dicembre 1997 dal titolo: “Addio. Anzi, arrivederci” (titolo premonitore in quanto dopo quasi vent’anni (2024) è ancora lì al ‘Giornale’ come direttore editoriale). Il motivo del ‘divorzio’ fu la pace cercata con Di Pietro e motivata dal clima esistente: “Oggi essere in causa con i magistrati significa andare incontro a condanne certe. Comandano loro, hanno il coltello dalla parte del manico”.
La fine della storia l’abbiamo con l’addio di Montanelli ai lettori pubblicato in prima pagina sul ‘Corriere’ qualche giorno dopo la morte, dove aveva aperto la sua ultima ‘stanza’. Ecco l’epitaffio: Mercoledì 18 luglio 2001, ore 1.40 del mattino, Indro Montanelli prende congedo dai suoi lettori, ringraziandoli dell’affetto e della fedeltà con cui lo hanno seguito”.
Con la baionetta inastata fino alla fine: le memorie di un lettore di lungo corso di Indro Montanelli
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