LEGNANO – Nella denominazione del museo di Legnano – che conserva i reperti archeologici trovati nelle nostre contrade – tramanda la memoria di questo ingegnere della Franco Tosi, amante dell’archeologia e della storia. Ci siamo andati recentemente in piazza Mazzini a visitarlo in quanto la ‘spada di Turbigo’, recentemente rinvenuta nell’alveo di Ticino, è lì esposta in una teca.
Il museo alla cui fondazione collaborò anche l’architetto-archeologo turbighese Angelo Vittorio Mira Bonomi, custodisce una delle più importanti raccolte di reperti della cultura di Golasecca, popolazione di stirpe celtica che nel corso della prima età del Ferro ha determinato nell’area del basso Verbano, tra la fine del IX ed il V sec. a C., una delle maggiori concentrazioni demografiche dell’Italia settentrionale entrando in contatto col mondo etrusco/mediterraneo e l’area dei principati celtici transalpini. E’ qui che, alcuni studiosi, avrebbero situato l’antica città celtica di Melpum. Il museo raccoglie anche la memoria dell’antica abbazia di S. Donato, dove la presenza longobarda è visibile in alcuni plutei e pilastrini decorati a intreccio posizionati al piano rialzato, una commistione di elementi decorativi che rimanda alla fine del primo Millennio d.C.
Guido Sutermeister era nato a Intra nel 1883 e una volta arrivato a Legnano prese il testimone – perché si parte sempre dal punto in cui altri erano arrivati – da Aristide Mantegazza e Giuseppe Pirovano che avevano dedicato la loro attenzione ai reperti che la zappa e l’aratro avevano portato alla luce. Sutermeister sorvegliò attentamente tutte le operazioni di scavo avviate dallo sviluppo edilizio del territorio dell’Altomilanese, intervenendo al primo sentore di un qualsiasi ritrovamento e appuntando sui suoi ‘Mastrini’ tutto quanto veniva rinvenuto, buona parte del qual e confluì nelle ‘Memorie’ della ‘Società Arte e Storia’ da lui fondata e diretta fino alla morte avvenuta il 21 novembre 1966. La sua scoperta più prestigiosa è senz’altro quella legata alla necropoli di Canegrate, una cultura anteriore a quella di Golasecca, che – come abbiamo detto – fu quella maggiormente diffusa nel territorio dell’Altomilanese.
DIDA Interno del museo Guido Sutermeister