Caro amico mio, in questo momento così triste per la tua dipartita, il ricordo vola lontano poiché la nostra conoscenza ed amicizia ha radici antiche.
Ricordo la tua giovinezza al fianco dei tuoi genitori quando con orgoglio e generosità pur avendo scelto una altra via, servivi con il sorriso sulle labbra un buon caffè presso l’attività di papà Giorgio e mamma Mariuccia, instancabili lavoratori, in una delle attività’ commerciali più storiche della nostra Turbigo ‘ Caffè – Gelateria – latteria da Giorgio‘, punto di ritrovo per intere generazioni lungo la via Roma.
Ottimo gelato artigianale, buon caffè’, tanti dolcetti e a Natale, un servizio impeccabile di distribuzione pacchi a disposizione per le realtà turbighesi e del territorio.
Il tuo papà conservava un quaderno con segnato proprio tutto, affinché il cliente non facesse gaffe da un anno all’altro regalando la stessa cosa.
Ricordo i numerosi tuoi successi professionali per la Olivetti – Vanoni di Valloni, oggi divenuta una consolidata e solida realtà imprenditoriale multi servizi.
Quanti premi hai preso e quanti onori ti sono stati riconosciuti dai vertici della società Olivetti.
Ricordo l’esperienza in campo sportivo. Hai pensato di fondare la prima società sportiva calcistica femminile turbighese con i colori nero-arancio, un mondo che conoscevi molto bene e per il quale hai donato tutto te stesso con estrema generosità, per lo sport e per il tuo paese, che hai sempre amato e valorizzato con la consapevolezza di essere un vero turbighese.
Ricordo con emozione soprattutto la stretta vicinanza in questi ultimi anni, in occasione della riqualificazione del patrimonio che i tuoi genitori ti hanno lasciato. Ti spingevano l’orgoglio di poter abbellire la tua proprietà, in ossequio a quanto desiderava tuo padre, ma nel contempo il contribuire al decoro urbano pubblico, sentimenti per te spontanei e non comuni, figli di antichi principi settecenteschi che univano imprescindibilmente l’interesse privato con l’utilità pubblica e che hanno regalato alla nostra storia committenti lungimiranti e capaci.
Ma soprattutto ricordo un uomo per cui il bene primario e vitale, il riferimento essenziale è sempre stata la propria famiglia.
L’amata Lucia, compagna e complice per la vita, forte riferimento soprattutto nelle situazioni di difficoltà inerenti la salute, senza la quale non avresti potuto affrontare il lungo e difficile decorso della malattia.
I figli Monica, Andrea, Valentina, così diversi fra loro, ma per te egualmente importanti: ogni azione della tua vita era spinta dal desiderio di renderli orgogliosi di te e vederli felici, realizzati.
Garantire uguale dignità di azione e far sentire a tutti e tre che il tuo cuore batteva forte per loro.
Come deve fare un buon padre di famiglia, imparziale, come è giusto che sia.
E non ultimo, il rispetto per tua sorella Daniela, per la sua famiglia, per tutto il parentado ‘allargato’: una famiglia lombarda che aveva accolto lo spirito pugliese e l’aveva fatto proprio, nei colori, nell’allegria, nella voglia non solo di essere irrimediabilmente operosi, ma anche vivi e aperti a nuove esperienze di vita.
Riposa in pace caro Carlo. Hai fatto tutto per tempo e come desideravi tu.
La tua vita, i tuoi sacrifici, i tuoi più brillanti successi, siano d’esempio per le nuove generazioni.
Con affetto e gratitudine
Laura Mira Bonomi