Tre foto, quella centrale è un disegno di Carlo Bonomi che affida alla storia il primo ‘Gomitato’ che si impegnò – all’inizio del Novecento – a realizzare la ‘Festa d’In Giò’. Fino a poco tempo fa c’era ancora qualcuno che riconosceva le facce presenti nell’opera del nostro artista, come il falegname ‘Isidor’ che alza la mano destra alla quale mancano alcune dita. Aveva la bottega dove oggi c’è il bar-panetteria.
La foto in alto è quella di fondazione dell’attuale Gruppo (1984), gruppo nel quale, purtroppo, alcuni ‘Volontari’, non ci sono più, ma sono riusciti a passare il ‘testimone’ alle donne e agli uomini presenti nella terza foto in basso.
Domenica 20 ottobre saranno questi ultimi ad organizzare il Tutto – tra cui la famosa ‘pulenta e bruscitt’ – per la buona riuscita della Festa, i cui introiti aiutano a tenere alzata la croce (e a bruciare il ‘pallone’ addobbato dei bambini della Scuola Materna-Ente Morale) in quella che è la più antica chiesa turbighese, che non fu soltanto il centro religioso della comunità ‘Turbigo Inferiore’, ma è anche bellezza, identità, storia…Non è un caso che tali antiche comunità si preoccuparono di tramandare le loro chiese, i loro cimiteri e in tempi recenti i Monumenti ai Caduti, i cui costi furono sempre sostenuti dai paesani. Proprio dalla volontà di riprenderci quello che è Nostro è sorto, quarant’anni fa, il Gruppo d’In Giò con lo scopo di proseguire lungo il sentiero della vita.
Domenica 20 ottobre: la Festa d’In Giò di antica memoria e tradizione
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