In quella che fu la prima tessitura Candiani in territorio di Robecchetto (“quella del nonno Luigi”, dice il nipote Gianluigi nella foto che pubblichiamo), oggi ‘Spazio Arte Contemporanea’ di forte bellezza architettonica gestito da Nicoletta Candiani, si è svolta – giovedì 24 ottobre 2024 – la prima serata di presentazione di quanto affiorato nei dintorni della chiesa di San Vittore nella recente compagna di scavo. Grande la curiosità dei presenti e notevole la partecipazione.
Il sopraintendente Tommaso Quirino, responsabile dal 2018 del nostro territorio, ha parlato del ‘rischio archeologico’ e dei punti nevralgici – segnalati dal Piano di Governo del Territorio – dove le presenze archeologiche sono state ipotizzate per i ritrovamenti passati e il ‘muro’ recentemente scoperto insieme alla ‘veneranda’ cisterna romana in cotto della quale si sono perse le tracce.
L’archeologo Furio Sacchi, docente alla ‘Cattolica’ di Milano, è colui che per primo ha intuito le potenzialità del territorio. Chi scrive ricorda l’interesse manifestato qualche anno fa nelle prime telefonate per la ricerca di un contatto locale che potesse favorire la ricerca che si concretizzò nella figura dell’avvocato Luisa Vignati che da allora ha seguito ‘step by step’ le varie fasi, grazie alla disponibilità della Fondazione Candiani onlus.
Furio Sacchi conosceva gli scritti dell’architetto Angelo Vittorio Mira Bonomi che per primo aveva ipotizzato un tempio, grazie al capitello ritrovato al cimitero (oggi conservato nell’Aula Consiliare) e che l’archeologo milanese ha datato dal 40-20 a.C. Si tratta – ha detto il professore – di un capitello romano in calcare dei colli Euganei, realizzato in due blocchi distinti sovrapposti (al nostro manca la parte superiore) montato su colonne dell’altezza di circa cinque metri.
Il professor Davide Gorla, che ha seguito passo a passo tutti gli interventi, si è soffermato sulla grande muratura in ciottoli e calce rinvenuta, certamente romana, che ha potuto sondare per una lunghezza di 5 metri e 85 centimetri di larghezza. Inoltre, ha rivenuto alcune tracce di un incendio devastante, sulle cui ceneri sarebbe poi sorta la chiesa nel cimitero che si era venuto a creare.
Infine, tutto quanto affiorato e studiato ha portato ad ipotizzare che l’area sulla quale sorge la chiesa di San Vittore nel cimitero di Robecchetto – punto nodale per il passaggio di alcune strade storiche e preistoriche – fosse stata interessata da un tempio augusteo, del genere di quello del santuario di Breno in Valcamonica.
L’ETA’ ROMANA: PRIMA DELLA CHIESA DI SAN VITTORE NEL CIMITERO DI ROBECCHETTO
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