Nel primo campo del cimitero di Turbigo c’è la bellissima cappella funeraria dei Bussola – sulla quale è stato posto un vincolo comunale – che ricorda un certo tipo di architettura ‘lombardo-austriaca’ della prima metà dell’Ottocento e, più avanti, addossate al muro di cinta del primo campo, ci sono le tombe più antiche del cimitero turbighese che contengono le ceneri (una pratica quella della incinerazione allora in uso dai massoni) di alcuni Bussola, tra cui due sindaci, Francesco (sindaco dal 1863 al 1866) e Carlo (sindaco dal 1913 al 1918). Di Carlo, primario chirurgo dell’Ospedale Maggiore di Milano, in ‘Internet culturale’ c’è una dissertazione che porta il suo nome al tempo della laurea all’Università di Pavia. Imparentati con i Motta del Ponte di Castano, l’ultima erede abitava a Genova e a Lei fu chiesta l’autorizzazione per le ultime sepolture degli anni Settanta del secolo scorso.
La fonte della loro ricchezza fu la gestione dell’Osteria al Segno dell’Annunciata (area Vecchia Dogana, ponte secentesco sul Naviglio). Risulta da documenti dell’Archivio di Stato di Milano (Fondo notarile) che nel 1816 l’ingegner Gaspare Oriani vendette l’Osteria a Ferdinando Bussola. Viene registrata nel 1858 nelle tavole per la stima dei fabbricati con una distribuzione di ben trentacinque luoghi di abitazione, tra cui una Ricettoria e Finanza. Aveva un’elevata rendita annua, attribuibile alla funzione di foresteria per i viandanti di passaggio per Turbigo.
La ‘Casa Bussola’ era quella, recentemente demolita, per far posto alla piazza ‘Madonna della luna’ (piazza Mercato).