ROBECCHETTO CON INDUNO. Un nutrito gruppo di milanesi, accompagnato da un rappresentante della ‘Navigli Lombardi’, sabato 26 settembre, è sceso dal pullman davanti all’oratorio dell’Assunta (lo stato fatiscente è documentato in un altro pezzo), in territorio di Induno, accolto dall’assessore Davide Scalzo Scalzo (nella foto), per percorrere il tratto di strada che dall’oratorio porta al Ponte dell’Indipendenza, ‘documento’ che ricorda l’apporto dato dai notabili locali all’Unità d’Italia.
Quello che fu un casino da caccia dei Visconti (lo documenta uno stemma esistente non ancora inquartato) e che divenne un grande quadrilatero (con tre grandi cortili comunicanti), progettato dal Pollack alla fine del Settecento, divenne il punto di riferimento dei patrioti del territorio. Furono tanti i nobili milanesi ancorati al nostro territorio che si diedero da fare per l’Unità d’Italia: oltre a Francesco Arese (feudatario di Robecchetto) e Benigno Bossi, è giusto ricordare Gaspare Ordono De Rosales di Buscate, Franz Margarita dei Mille di Cuggiono, Giuseppe e Costanza Arconati di Arconate. In particolare, il palazzo di Induno, residenza del marchese Benigno Bossi, (che si trova oggi in condizioni di grave degrado), divenne luogo consueto delle riunioni dei patrioti che attraverso il guado sul Ticino raggiungevano il Regno di Sardegna.