TURBIGO – Luigi Tatti nacque nel 1808 da agiati commercianti comensi e morì a Lucinasco nel 1881. (0) Dopo gli studi al liceo di Como conseguì, nel 1829, la laurea in Scienze Matematiche all’università di Pavia. Tra il 1834 e il 1835 si colloca il suo Voyage d’Italie – com’era tradizione allora tra i figli dei borghesi benestanti – indicato dai biografi come tappa fondamentale della sua formazione. I progetti per il Cimitero di Como, del 1837, costituiscono la sua prima grande prova, destinata a rimanere la più significativa in campo artistico (1), alla quale seguirono altre opere come il palazzo Berretta a Milano (sede Inam).
Collaborò alla realizzazione della ferrovia Milano-Venezia, esperienza fondamentale per acquisire quelle conoscenze che gli furono utili negli anni successivi per la realizzazione della ferrovia tirolese, nel tronco Ala-Trento; la linea Casarsa-Nabresina con il viadotto sull’Isonzo presso Gorizia; la ferrovia Perugina. Per i meriti acquisiti nella realizzazione di quest’ultima ferrovia, il Consiglio Comunale di Perugia gli attribuì – con la consegna di un diploma di benemerenza in una cerimonia pubblica – la cittadinanza onoraria. Le ferrovie turche da Salonicco a Uskub e Mitrovitza sono variamente legate alla sua attività di progettista che si cimentò anche in altre direzioni e occupazioni. (2) Sappiamo che Luigi Tatti, dal 1838 al 1848, fu ingegnere di seconda classe nel regno Lombardo-Veneto, presso la Direzione delle Pubbliche Costruzioni di Milanese nonostante svolgesse anche una notevole attività privata. Un incarico questo che gli consentì di maturare un profondo disgusto per il servizio pubblico, tanto da dimettersi nel 1848. (3)
Uno dei punti in cui più insisteva la sua critica era la denuncia dello spirito burocratico di cui era permeato il Corpo ‘Acque e Strade’ (che dipendeva direttamente dal Governo austriaco) e la ‘pedantesca disciplina’ a cui erano sottoposti gli ingegneri. Tatti nel scritto citato dava voce alla frustrazione dei suoi colleghi nei confronti di un gestione burocratica del lavoro e rivendicava le prerogative della professione: al progettista andavano riconosciuti i frutti e i meriti del proprio ingegno, pena un esiziale venire meno del principio di responsabilità individuale “quello stimolo d’amor proprio che è generatore di molti portenti in tutte le professioni ed in questa specialmente i cui prodotti lasciano il segno sulla superficie della terra a cui è bello l’unire il proprio nome”. (4)
Agli inizi degli anni Cinquanta la svolta. Già parlamentare, acquistò una vasta possessione denominata ‘Turbigo ed Uniti’ dell’estensione di circa 4500 pertiche, distribuita sui territori di Turbigo, Robecchetto, Malvaglio con annessi diritti d’acque delle rogge Piatta-Cornice, Cicognera, Cavetto della Fontana, Molinara. Non entrò mai ne Consiglio Comunale turbighese (di cui il figlio Paolo fu sindaco dal 1866 al 1913), ma fece parte del gruppo degli Estimati turbighesi che governarono il paese fino alla prima guerra mondiale.
Nel dibattito sorto attorno al 1860 sulla costruzione delle linee di congiunzione tra le ferrovie italiane e quelle progettate sul territorio ticinese, Luigi Tatti si schierò a favore del valico del Gottardo allora in ballottaggio con lo Spluga. (5) Consigliere Provinciale di Milano, Luigi Tatti è uno dei due lombardi in seno alla Commissione istituita da Jacini (allora ministro dei Lavori Pubblici) per lo studio del miglior passaggio delle Alpi Elvetiche. Dalle colonne del Politecnico, del Corriere di Milano, del Corriere della Sera, si fece portavoce degli interessi del Comitato Gallaratese che spingeva per la realizzazione di una linea di raccordo con la ferrovia del Gottardo, anche al fine di rivalutare il territorio che aveva acquisito a Turbigo. Sono gli anni in cui progettò (1865) il primo ponte ferroviario sul Ticino al passo di Turbigo “a tre navate in ferro”(bombardato nel 1944 e rifatto successivamente secondo il medesimo progetto).
Fu il primo presidente dell’Associazione degli Ingegneri di Milano. Così scrive F. Mezzanotte in Cronache del Collegio degli Ingegneri di Milano: “Luigi Tatti fu chiamato ad inaugurare la serie dei presidenti perché era uomo di soda cultura umanistica e ad un tempo architetto geniale e ingegnere di valore peritissimo nelle scienze ferroviarie e idrauliche lo ricorda la lapide onoraria infissa nel cortile del palazzo di Brera”. Aveva già avuto parte principale nei lavori per le ferrovie, ma contribuì alla progettazione anche del canale Cavour e ciò, che allora contava, era stato patriota fervente. Nel ’48 il Governo provvisorio di Milano gli aveva affidato la difesa di una parte delle mura cittadine.
0 – A Lucinasco (Como) c’è ancora la casa avita dei Tatti trasformata in un nosocomio. L’abbiamo vistata nerl 1987 e nel parco, c’è ancora lo stemma ottocentesco dei Tatti, ben conservato. Gli attuali proprietari della Rsa per anziani avevano acquistato la proprietà dai Balossi, orefici milanesi, i quali – a loro volta – l’avevano acquistata dagli eredi Tatti.
1 – La nostra visita – avvenuta il 1° agosto 1987 – nel cimitero di Como ci ha permesso di appurare che, dei membri che riposano nella cappella gentilizia dei Tatti (D9), la defunta più recente (+1957) risiedeva ad Aosta e si chiamava Edvide Albini vedova di Enea Tatti.
2 – STEFANO DELLA TORRE, Architetto e ingegnere Luigi Tatti , Milano, F. Angeli, 1989 pp.19-30.
3 – Luigi Tatti ebbe modo di tracciare un severo giudizio sull’organizzazione del servizio delle OO:PP: in Lombardia in una pubblicazione: L:TATTI, Proposta di un nuovo modo di sistemazione dell’azienda acque e strade nel Regno lombardo-Veneto, in ‘Annali Universali di Statistica’, s II, XXIV, 1850.
4 – GIORGIO BIGATTI, La provincia delle acque, F. Angeli, 1995.
5 – “Del migliore tracciato ferroviario delle ferrovie subalpine al valico del Gottardo” è una disamina attenta risposa a quanto scrisse l’ing Lucchini in merito al progetto di valico del Gottardo e del Monteceneri (Bellinzona, 1870). .