La prima Variante dell’Amministrazione Garavaglia, sapientemente illustrata dall’architetto Carlo Gervasini, ha occupato buona parte del Consiglio Comunale del 15 dicembre 2015.
In apertura, l’assessore Marzia Artusi ha tratteggiato, per sommi capi, le ragioni che hanno portato – dopo l’approvazione del Pgt nel 2011 – a prendere in considerazioni le istanze provenienti dal territorio, assecondando i bisogni dei cittadini, ma anche la necessità del recepimento di alcune ‘regole’ sovracomunali, oltre alla necessità di correggere alcuni errori materiali verificatisi nella stesura del Pgt.
E’ toccato al responsabile dell’Ufficio Urbanistica, architetto Carlo Gervasini, incaricato dall’Amministrazione a tale scopo, illustrare le 13 varianti allo strumento in vigore. E così ha iniziato con il sottolineare quelli che d’ora in poi saranno ‘vincoli’: archeologici, di azzonamento acustico (centrale Iren), i 100 mt dalle sponde del Naviglio Grande (“l’edificato a ridosso delle sponde rappresenta la bellezza del Naviglio”, hanno ribadito gli amministratori, contestando la regola), il reticolo minore delle acque (alcuni secondari del Villoresi sono stati chiusi), la proibizione dei laser sotto le rotte degli aerei (zona est del paese) e via dicendo.
Dai ‘vincoli’ il discorso si è mosso verso la mobilità dolce (si sta progettando una ‘quadra’ ciclistica, verso il Ticino e la Colonia) per poi enumerare singolarmente le 13 Varianti con apposite slide.
La prima riguarda la Mewa che ha chiesto di ampliare lo stabilimento su una parte del parcheggio esistente, chiaramente sovradimensionato. E’ stata fatta una perizia di stima, poi un’asta pubblica che ha portato a fissare la cifra di 800mila euro da versare al Comune.
Le altre Varianti riguardano istanze di cambio di destinazione d’uso da industriale a residenziale (Via Libertà), da residenziale ad agricolo (Via Alegosa, Via Nosate). Ma c’è anche una istanza di Iren per trasformare in ‘residenza pura’ i fabbricati in sponda destra del Naviglio, innalzati un secolo fa per il personale della prima centrale termoelettrica. Inoltre, in Via XXV aprile, alcune costruzioni nate ‘provvisorie’ ai bordi del laghetto, potranno diventare delle unità abitative fisse con la corresponsione degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria. Infine, la parrocchia – per quanto concerne quella che un tempo si chiamava ‘Casa del Giovane’ – ha chiesto che diventasse residenziale. Il Comune, invece, ha messo un punto fermo: il piano terra (dove attualmente c’è l’Ufficio Postale) dovrà rimanere destinato a servizio pubblico, mentre il residenziale varrà per tutto il resto. Una sorta di riconoscimento della volontà dei turbighesi che, allora, misero a disposizione i soldini per l realizzazione di un luogo pubblico per i giovani.
Alla fine delle 13 varianti il territorio turbighese avrà 1183 metri quadri di aree verdi in più rispetto allo stato attuale.
Infine, le ‘sale giochi’ (ludopatia) e gli impianti biomasse saranno difficili da impiantare in paese per i vincoli aggiuntivi alle leggi in vigore introdotti nella Variante.
‘Dulcis in fundo’, la ‘Cappella Bussola’ al cimitero entra a far parte dei ‘beni culturali’ turbighesi su proposta dell’architetto Angelo Zanoni, alla memoria.
Sono seguiti gli interventi dei consiglieri d’opposizione. Marco Cagelli ha sottolineato che “pur essendo contrari al Pgt del 2011, in questa Variante ci sono aspetti interessanti che ci fa piacere siano stati inseriti”. Ha sottolineato l’importanza dei percorsi protetti in centro al paese. Per esempio, in Via Paolo Tatti, molto trafficata e priva di marciapiedi, al punto che in uscita, verso Via Fredda, è addirittura pericolosa per i passanti.
Giuliano Cipelletti ha chiesto lumi sull’asse ‘turistico’ del Naviglio Grande (“La Regione sta mettendo a punto il ‘Regolamento di navigabilità”, ha risposto il Sindaco), mentre Claudio Spreafico ha chiesto informazioni sulle aree dismesse (117.000 mq esistenti) il cui riutilizzo è stato incentivato – a detta dell’Amministrazione – con la riduzione degli oneri che può arrivare fino all’80%.