STORIE DI TURBIGO 4. Questa rubrica riguarda vicende successe in tanti anni di ricerca storica locale. La numero 4 racconta la storia di Gualtiero, un figlio senza padre che venne a Turbigo una ventina di anni fa a cercare memoria di sua madre, che aveva servito alla mensa ufficiali tedesca nel 1942 ed era rimasta incinta.
Milanese di 60 anni (classe 1942), rovistando tra vecchie carte ingiallite della madre appena defunta, trovò il suo libretto di lavoro dal quale risultava che, all’inizio del ’42, aveva servito nella Mensa Ufficiali tedesca di Turbigo, E lui, orfano di padre e tenuto all’oscuro della storia giovanile della madre, nacque il sacro furore della ricerca delle origini. Prese il treno delle Ferrovie Nord e giunse in paese. Chiedeva alla gente che incontrava per strada dove fosse la Mensa Ufficiali tedesca durante la guerra. Nessuno lo sapeva più. Lo incontrammo e ci mostrò una foto nella quale aveva pochi mesi in braccio alla balia, Maria Bottiani di Turbigo che allora abitava in Via Fredda a Turbigo.
Dalle necessarie ricerche d’archivio risultò che i tedeschi avevano occupato delle abitazioni turbighesi sin dall’inizio del ’42: il Castello, la villa Gualdoni-Vezzani (dove fu impiantata la Mensa Ufficiali) e anche altre residenze documentate dai ‘rimborsi spese’ chiesti dai proprietari per l’occupazione alla fine della guerra.
Gualtiero cercava gli eredi di Maria Bottiani, ma di famiglie con un tale cognome ne esistevano parecchie a Turbigo. A quel tempo, però, c’era una Dendena Maria fu Giuseppe Bottiani, nata nel 1885 ed abitante in Via Fredda, 39 (oggi, 41) che, molto probabilmente, fu la balia del nostro milanese, senza un padre riconosciuto.
FOTO Via Fredda 41, oggi, a Turbigo dove abitò la balia di Gualtiero