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Buscate/Bienate, in via del presidio un tentativo di furto all’oleodotto, la falda compromessa?

written by Francesco Maria Bienati 22 Gennaio 2016

Passavamo per caso da via del presidio, nota da anni come strada utilizzata come discarica, quando abbiamo visto una grossa trivella che effettuava dei carotaggi. Incuriositi ci siamo fermati a chiedere cosa stessero facendo e i tecnici presenti ci hanno detto che stavano effettuando controlli sull’inquinamento, dopo che c’era stato un tentativo di furto all’oleodotto sottostante. Per fortuna dai loro controlli, sembra, che non ci sia stato sversamento di materiale, il furto non è riuscito come quello che è successo di recente a Ossona, ma la domanda che ci poniamo, chi sono gli arditi ladri, tra l’altro capaci, che fanno questo tipo di furti? Bisogna essere davvero dei tecnici per perforare tubi in pressione che sono altresì altamente esplosivi. Questa volta, detto dai tecnici presenti, fortunatamente furto non riuscito, nessun danno all’ambiente e soprattutto alla falda.

Francesco Maria Bienati

Chi è Francesco Maria Bienati, innanzitutto… uno che fino qui ha vissuto e, a suo modo, vuole continuare a vivere. Come ha fatto finora, seguendo quello che la vita gli offre tentando di carpirne l’attimo. Lo stesso attimo che l'ha portato a intraprendere la strada del giornalismo: nel 1993, seduto su un muretto nei pressi dell’ospedale di Mostar, con la colonna sonora dei colpi di mitragliatrice, accorgendosi che c’era bisogno d’informare per sensibilizzare il mondo che c’era una parte di mondo che soffriva. Cosi, da appassionato fotoamatore diventa Giornalista (mi piace definirmi Fotoreporter). La mia sensibilità mi porta a proseguire l’esperienza bosniaca in altri paesi in guerra: Albania, Israele, Sudan. Altri reportage li realizzo in Togo, Egitto, Tunisia, Benin. In questi anni collaboro alla fondazione di due Onlus, l’Associazione Un Sorriso per il Sudan e Il Coordinamento Pro Missioni di Magenta. Dopodiché mi butto nell'imprenditoria, fondo una ditta di Autotrasporti internazionali che mi permette di girare per la vecchia e nuova Europa. Continuando a documentare in maniera personale le cose e le storie che vedo. Sono cofondatore dell’Associazione Amici di Mons. Macram, Vescovo Sudanese operante nella sua terra. Oggi continuo a seguire l’attimo: ho deciso di tornare a fare il giornalista, nel tentativo di dare voce a chi non ne ha.