C’è chi un letto per dormire lo possiede, ma non ha un lavoro. E chi non ha lavoro e nemmeno una casa. Ed è costretto ad inventarsi qualcosa tutte le notti per poter semplicemente sopravvivere. Alle 18 cominciano lentamente ad affluire al refettorio ‘Non solo pane’ di via Moncenisio a Magenta inaugurato di recente. Incontriamo Guido, Daniele e un altro uomo. Sono pochi giorni che è aperto il refettorio, ma la voce si è già sparsa. “Lunedì sera erano in 17 gli ospiti che abbiamo accolto per la cena – ha detto Aurelio Livraghi, responsabile della Caritas cittadina. – Un numero che è andato in crescendo rispetto ai primissimi giorni”. Prima dell’arrivo degli ospiti sono arrivati i volontari. Tanti e cambiano tutte le sere, a seconda del loro turno. Svolgono un’opera importantissima.
Guido lo abbiamo conosciuto pochi giorni fa. Abita, o meglio abitava a Cisliano, dove è stato sfrattato. “Da quando non ho più casa dormo all’aperto, dove trovo – racconta – E’ sempre più difficile trovare un posto. Vado in stazione, ma bisogna stare sulla panchina all’aperto. Siamo in due durante queste notti. E’ impossibile entrare nella sala d’aspetto perché è chiusa, quindi siamo costretti a rimanere al freddo. Da quattro sere vengo qui al refettorio a mangiare. Saltando il pranzo e la colazione”. Lunedì notte si è recato al pronto soccorso per problemi fisici. Ed è rimasto in ospedale tutta la notte. “Ma continuare così è impossibile – aggiunge – la sera arrivano i carabinieri a controllare, non posso certo continuare ad andare in ospedale”. Daniele è giovane. Non lavora dal 2008. E’ sposato e ha due figli. “Ci affidiamo all’opera dei volontari per vivere”, dice allargando le braccia. Ricordando il periodo in cui viveva in macchina. Tra coloro che hanno trovato accoglienza al refettorio di via Moncenisio 5 sono stranieri, gli altri tutti italiani. Tutti vivono, o sopravvivono, a Magenta e dintorni. I problemi sono quelli che conosciamo: lavoro e casa su tutti.
Chi non ha una casa è in grandissima difficoltà. E’ proprio la ricerca di un tetto per la notte ad essere difficilissima. A Magenta si può provare alla Casa dell’Accoglienza, per un periodo temporaneo. Altrimenti si fatica. Frattanto tra un mese al refettorio di via Moncenisio tireranno le somme e valuteranno questo primo periodo di esperienza a contatto con chi ha bisogno. “Valuteremo anche la possibilità di allargare l’apertura della mensa – assicura Livraghi – a mezzogiorno o nel fine settimana”.